LIONEL MARCHETTI "Méandre(s)"
(2023 )
Un nome spicca tra i partecipanti a questo progetto: Pascal Battus. Quando leggo questo nome, già so che mi aspetto qualcosa di non convenzionale, che mette in discussione in maniera radicale cosa è musica e cosa non lo è (http://www.musicmap.it/recdischi/ordinaperr.asp?id=9135). Ma il suo è un nome tra i tanti, non perdiamoci. Titolare del progetto “Méandre(s) – An experience in spontaneus, collective creating” è Lionel Marchetti.
Questo progetto è multimediale e va oltre la pura ricerca musicale: ad essa si unisce anche la ricerca scientifica. Lionel Marchetti ha invitato dei musicisti francesi, tra cui il citato Battus con le sue superfici rotanti, e con gli altri possiamo ascoltare: tromba, chitarra elettrica, clarinetto, trombone, sassofono soprano, due contrabbassi e voci. Marchetti si riserva il ruolo di “electronics”. Dopodiché ci sono un regista e un tecnico luci, perché “Méandre(s)” è anche un film, su dvd. E infine, ci sono due sociologi, un insegnante, un filosofo e un biofisico coinvolti.
Tutti insieme costituiscono il collettivo Le UN. Le UN sono andati due giorni in canoa sul fiume Dordogne, interagendo con la natura. Acqua, fuoco, suoni e rumori, fischiettare di uccellini, frinire di cicale e passi sull'erba: ogni musicista improvvisa senza alcun programma prestabilito, e ognuno col proprio strumento esprime la propria individualità, indirizzandola al progetto collettivo. Una sorta di autogestione artistica, nell'ambito della musica concreta. Nella seconda traccia, in particolare i fiati sembrano imitare versi di animali, come del resto è ricorrente sentire, nei contesti sperimentali, quando si ha a che fare con sassofoni e tromboni. E questi versi “umani” dialogano con quelli naturali.
L'esperienza di musica concreta si esaurisce nelle prime tre tracce, per una durata di poco più di mezz'ora circa di immersione. Dopodiché, la seconda parte è costituita dagli interventi dei ricercatori: possiamo ascoltare la conferenza, e chi sa il francese capirà bene i contenuti. Da quel che intuisco, si riflette sul contemplare l'idea collettiva, che supera la somma degli interventi individuali che la costituiscono. Posso solo dire che è interessante anche quest'operazione, perché è come “origliare” una cerchia di esperti e carpirne le informazioni.
Tornando alla parte musicale, forse, guardando il dvd ci si può orientare meglio, a proposito di quello che ascoltiamo; ma in realtà è già efficace così, potendo usare liberamente l'immaginazione stimolata da questi field recordings. (Gilberto Ongaro)