SHADY LANE "There and back"
(2025 )
Gli Shady Lane sono una creatura tutta italiana, nata dal fermento creativo di Torino. Il progetto prende vita grazie all’estro del chitarrista Salvo Vecchio, a cui si affianca presto il basso di Luca Bernazzi.
Sebbene la formazione sia sbocciata solo nella seconda metà del 2024, il gruppo ha bruciato le tappe e, con sorprendente rapidità, ha pubblicato il primo lavoro in studio. Infatti, l’album “There And Back”, fuori dal 21 marzo 2025, è nato quasi in simbiosi con l’inizio della loro avventura sonora e si presenta come un viaggio sonoro dall’anima marcatamente concettuale, in cui gli stili si mescolano con naturalezza e senza timore.
L’album attinge a piene mani dalla scuola prog più teatrale e tecnica, con richiami evidenti alla densità strutturale dei Dream Theater. Ma non finisce qui perchè, qua e là, fanno capolino suggestioni power, incastri melodici e impennate ritmiche che trovano il perfetto equilibrio nella voce cristallina e tagliente di Roberto Quassolo, capace di guidare l’ascoltatore tra atmosfere oniriche e impennate elettriche.
Ispirato liberamente alla figura enigmatica di Arthur Conan Doyle, il concept messo in scena dagli Shady Lane si snoda come un diario sonoro che attraversa l’oceano, tra scenari italiani e suggestioni americane. Apre le danze “Hiding Our Fears”, un brano che rivela sin dalle prime battute la sua anima power, sostenuto da un’energia travolgente e da un’impronta epica che lo rende perfetto come pezzo d’esordio.
Il percorso si fa più imprevedibile con “Modern Decadence Mirror”, dove la band alza l’asticella della sperimentazione. Qui il rock progressivo prende il sopravvento, guidato da una batteria ricca di sfumature e una chitarra che flirta con sonorità esotiche. Il brano si muove con agilità tra un’introduzione pesante, graffiante, e un pre-ritornello intimo e quasi acustico. Da segnalare anche l’uso creativo della voce: effetti lo-fi in stile radio vintage amplificano l’atmosfera retrò, perfettamente in linea con lo spirito libero e curioso del pezzo.
“Seasons” implode e si ricompone sotto il peso del tempo che scorre, inarrestabile e crudele. Il brano, avvolto da un velo scuro di malinconia, si apre con atmosfere cupe e stratificate; a metà la tensione esplode in un duello sonoro tra la chitarra e la tastiera, dove troviamo Antony Elia in grande spolvero, in un crescendo frenetico e quasi claustrofobico. Poi, senza preavviso, tutto cambia: il pezzo si spezza e si ricompone in una forma nuova, ruvida, rabbiosa, frammentata da inserti recitati che sanno di caos calcolato.
“Seasons” non segue le regole, le mastica e le risputa in un collage sonoro disordinato ma stranamente coerente, capace di catturare l’ascoltatore più attento. “The Great Unknown” è invece il brano che fa prendere respiro. E’ una parentesi più intima che, pur non abbracciando pienamente il formato classico della ballata, riesce comunque a evocare atmosfere suggestive.
“Shed Light”, dal canto suo, si muove elegantemente tra il power ballad e il brano sinfonico, arricchito da tastiere ariose che dipingono scenari sonori ampi e sognanti. Le chitarre, seppur meno incisive sul piano melodico, offrono spunti tecnici interessanti che, pur sembrando talvolta scollegati, contribuiscono a dare al pezzo un’anima sperimentale, in bilico tra emozione e virtuosismo.
“There And Back” è un debutto che colpisce per ambizione e personalità, capace di trasmettere fin da subito una visione chiara e coraggiosa. Scegliere di esordire con un concept album non è solo una prova di forza creativa, ma anche un segnale evidente della voglia di spingersi oltre i confini fin dal primo passo. La freschezza del progetto si avverte, ma è proprio questa energia istintiva a dare vita a soluzioni interessanti e non convenzionali. La band ha già un’identità definita e tante frecce al suo arco e con il tempo non potrà che affinare ulteriormente il proprio linguaggio.
Interessante la grafica della copertina, che colpisce per la sua forza evocativa: un personaggio in caduta libera, illuminato da un riflettore a occhio di bue, è circondato da simboli misteriosi come chiavi e ampolle. Un’immagine carica di significato, che sembra suggerire un viaggio interiore, una metamorfosi.
Gli Shady Lane stanno forse tracciando un percorso alchemico verso la trasformazione? La risposta si cela tra le tracce di ''There And Back''.
Semplicemente esaltante. (Tatiana Lucarini)