MOHAMAD ZATARI TRIO "Istehlal"
(2023 )
Syria, Iran e India. Il trio di Mohamad Zatari unisce musicisti provenienti da queste nazioni, e mescolano insieme le proprie influenze nell'album d'esordio “Istehlal”, uscito per Zehra Records. Difficile per chi non ci è dentro, distinguere cosa proviene da cosa. Anche perché l'intenzione del trio è proprio quella di trascendere stili e confini. Zatari è originario di Aleppo e suona l'oud, Avadhut Kasinadhuni è indo-romeno e suona il tabla, Sara Eslami è iraniana e suona il tar. L'album è stato registrato in Romania, a Bucarest.
Gli stereotipi vengono decostruiti. Se pensate di ascoltare la famosa scala araba (quella con i microtoni, o quarti di tono), beh, per esserci c'è, ma solo in certi momenti, come in “Solo Tar”. Però, ad un certo punto, ascoltiamo anche brani che potrebbero provenire dall'Occidente rinascimentale, come “Black tea”: tonalità maggiore, e progressioni classiche. Anche se le sonorità degli strumenti sono indubbiamente orientali. A confondere ulteriormente radici e riferimenti, ecco “Gankino Horo”, che è un tradizionale bulgaro. Per gli amanti dei tempi dispari, “Desire” è in 5/4. Ma c'è anche il recupero di classici, come “Longa ferahfeza”, brano del compositore egiziano Riad Al Sunbati. O “Dharba Mokalef”, dell'iraniano Hossein Alizadeh, dove si gioca sulla dinamica delle pause.
Un disco per scoprire come rimescolare le carte, fondendo più radici per ottenere innesti musicali. (Gilberto Ongaro)