PELLEGATTA  "Orbita"
   (2025 )

La voglia di (ri)mettersi in gioco, il desiderio di sperimentare qualcosa d’innovativo e uno spiccato istinto cantautorale fanno di Pellagatta (Manuela) un’artista che concepisce i suoi spartiti come veicoli per andare oltre l’immaginazione.

Dopo il buon album “Tre minuti di sbagli” di fine 2016, la ragazza ritorna con l’eclettico concept-album “Orbita”, sfornando 10 brani di una freschezza come poche altre, rappresentanti della quota rosa attuale.

Quindi, sottintendendo all’ovvio invito ad ascoltarlo quanto prima, vi spoilererò volentieri alcuni atti stra-interessanti, perché questo disco è… “Un viaggio da fare”, e già si coglie il piacevole profumo che emana l’arte di Manuela, che lancia in “Orbita” l’anelito di un excursus introspettivo personale, mentre la gommosa “Sono come sono” s’appiccica ai lobi come il tenace bostik che usano i falegnami.

Elettronica equilibrata e loops eterei catturano poi l’attenzione negli scali di “Linate” e “Sono qui”. Forza, avanti la prossima! Sfila leggiadra l’urban-pop di “Stella lontana”, la morbida ma serrata “Lasciami tu” e l’elettro-funk di “Compro e butto”, a testimonianza della poliedricità assemblativa messa in atto dal pregiato producer Paolo Iafelice (Ligabue, De Andrè, Mannoia, Finardi), che fornisce un re-styling luminoso alle creature della Pellegatta.

Altro richiamo irresistibile sono “Le sirene di Ulisse”, che trasportano la fantasia con ampi respiri refrigeranti. Per realizzare questo disco, Manuela lo ha ponderato a lungo, sapendo che un refresh sonoro comportava un bel po’ di tempo, nel quale si è fatta mille domande, con le pulsioni dell’anima che la riportavano (nonostante tutto) nel cammino della musica, ma la cosa più importante è che abbia capito “Il cuore dove va”, contemplando un finale soave, con un narrato che lambisce la bravura di Arisa.

Detto questo, ho la netta convinzione che quest’album potrà candidarsi a girare nell’“Orbita” dei circuiti che contano per freschezza ideativa ed ineffabile capacità autoriale. Brava Manu! (Max Casali)