MODERN STARS  "Space trips for the masses"
   (2022 )

Immerso fino al midollo in un milieu intriso di torbida psichedelia, “Space trips for the masses”, su etichetta Little Cloud Records, è il terzo album dei Modern Stars, prolifica band romana che ha esordito nel 2020 con “Silver needles”, sette tracce tra movenze velvetiane ed echi di Spacemen 3 al rallentatore.

Nella consueta formazione (Andrea Merolle chitarra, synth e voce, Barbara Margani voce, Andrea Sperduti batteria, affiancati dal basso di Filippo Strang), il nuovo capitolo della saga arriva a poco meno di un anno da “Psychindustrial” ed assume le forme di un concept sci-fi, tanto ispirato quanto solido nel suo impianto concettuale e narrativo.

Tra cadenze mortifere, rallentamenti ossessivi sorretti da una coltre di oscura elettricità, brandelli di shoegaze ed inattese divagazioni che quasi lambiscono il prog (la fuga di tastiera nel finale di “My Messiah left me behind”), l’album rimanda echi di Black Angels (“Starlight”) e di Loop (il passo lascivo e sottilmente sinistro di “Monkey blues”), richiamando sonorità prossime addirittura ai Cult di “Love” (“Everyday”) o ai Jesus & Mary Chain periodo “Honey’s dead” (“No fuss”).

A risultare predominanti sono atmosfere cupe e claustrofobiche, arricchite da testi visionari ed evocativi che culminano nel gran finale lisergico, un quarto d’ora in maggiore stravolto e vagamente allucinato, suddiviso tra l’incedere catatonico di “Drowning” ed il passo zeppeliniano della conclusiva “Ninnananna”, affidata al canto melodioso di Barbara, che su un giro dilatato ed insistente intona flautata il ben noto singalong fanciullesco.

Rimane ad aleggiare a mezzaria una straniante aura di opprimente decadenza, fatta di stridenti contrasti, vibrazioni inquiete, pulsioni torve. (Manuel Maverna)