AB QUARTET  "Do ut des"
   (2022 )

Trovare un termine per definire la musica di questa terza prova discografica di AB quartet non è cosa semplice... eh sì, dato che questo "Do ut des" contempla sette brani strumentali mediamente di durata superiore ai sei minuti, ciascuno che, ispirandosi alla musica antica (suggestivi i titoli in latino), sviluppano e trasformano i temi con ritmi irregolari, melodie insolite ed ampi spazi di improvvisazione.

Una ricerca timbrica si percepisce subito ascoltando i dialoghi fra clarinetto (anche clarinetto basso) e pianoforte, brillantemente sostenuti da una sezione ritmica tradizionale con contrabbasso e batteria. Attorno al pianoforte leader di Antonio Bonazzo, autore della maggior parte dei brani, si è via via coagulata una formazione di musicisti emersi dalla scena underground milanese che dal 2015 si è stabilizzata in una simbiosi osmotica musicalmente molto interessante ed operativa in ambito italiano ed internazionale.

Si potrebbe definire, quella del quartetto, una ibridazione musicale dove sono presenti elementi quali jazz e sperimentazione, il tutto basato su stilemi antichi. A questo riguardo il brano n°3, "Dies irae", mi pare il più rappresentativo e ben calibrato di tutto il disco, con i fraseggi alternati ed accentati di clarinetto e pianoforte, un ottimo assolo di contrabbasso ed una batteria vivace mai invasiva...

Notevoli mi risultano anche i brani n°7 "Beata viscera", col suo incedere Raveliano di clarinetto, ed il n° 6 "Ut Queant Laxis" dove prevale un mood sperimentale. Complessivamente un sound originale che risente però a volte della ridondanza del ruolo assegnato al clarinetto. Voto 7. (Roberto Celi)