SOLIS STRING QUARTET & SARAH JANE MORRIS  "All you need is love"
   (2022 )

I Beatles, si sa, funzionano in tutte le salse. Dopo gli originali, abbiamo sentito le canzoni dei Fab Four in tante versioni; io che son bighellone penso ovviamente ai Beatallica, che le hanno suonate in esilaranti versioni à la James Hetfield. Un titolo su tutte: “And justice for all my loving”! Nel recente film “Yesterday”, dove un blackout fa dimenticare a tutti l'esistenza dei baronetti di Liverpool, un cantautore spaccia per proprie le evergreen inglesi; per realizzare la pellicola, sono state realizzate versioni di sola chitarra e voce solista, anche laddove c'erano i quattro cori, mentre “Help” diventa un punk rock à la Green Day. Tutto si può fare, quando il materiale di partenza si presta così bene.

Qui, a toccare “Hey Jude”, “Come together” e tanti altri classici, è un quartetto d'archi, a volte accompagnati dalla chitarra acustica, e canta Sarah Jane Morris. La cantante inglese (è nata a Southampton) vanta un registro di ben quattro ottave, scendendo anche a note baritonali, e in poche parole, con la voce può far quel che vuole. Saggia anche la scelta del repertorio: si è evitata “Eleanor Rigby”, perché già l'originale prevede la presenza degli archi in un ruolo da protagonista, e sarebbe stata un'operazione poco motivata. A parte le irrinunciabili “The long and winding road” e “Yesterday” (qui trasformata in un 6/8), i Solis String Quartet invece hanno scelto soprattutto brani dove archi non ce n'erano.

A questo proposito, spicca “Helter Skelter”, dove la ritmica affidata alle viole, ovviamente cambia il sound ma non l'intenzione, e graziosi sono i controcanti nel ritornello. Si sono cercati anche titoli non troppo scontati, come “Norwegian wood”; “Strawberry fields forever” ospita delle fughe barocche, mentre “The fool on the hill” diventa un grazioso valzer, improvvisamente “sporcato” dalle folli urla energiche di Morris sul finale. Un altro esempio di come tramandare queste immortali canzoni. (Gilberto Ongaro)