EMANUELE D'ALFONSO "Musica sei"
(2022 )
Comunicare dentro tutto quanto, sin dalla età di soli dieci anni, riusciva ad emozionarlo e a trasmettergli dentro qualcosa di incancellabile. Questa è stata l'ispirazione per "Musica sei", primo album di Emanuele D'Alfonso, che oltre ad essere apprezzato frontman della band de "I Ruvidi" ha anche svolto centinaia di concerti proponendo numerose cover di canzoni italiane dagli anni Sessanta alla contemporaneità.
Come possiamo subito afferrare in questo album, composto da dodici tracce (tre inediti e nove cover), tutto l'intero lavoro è orientato verso una linea di semplicità e libertà espressiva che dentro ha anche tanta poesia, un ellepì pop rock con sonorità di diversa estrazione, dalla ballad classica all'electro, ma ciò che maggiormente emoziona Emanuele D'Alfonso sono i suoi chitarra e basso, che fanno da tappeto a ognuno dei motivi contenuti.
''Musica sei'', il brano che inaugura il disco e che dà nome all'intero album, è un rock di estrazione cantautorale ma dal sapore forte e graffiante. "Non sembrerai nessuno e allora metti un disco che ti piace, tra guerra e pace". Salta subito agli occhi quel profondo desiderio di libertà, di espressività priva di vincoli, di slancio, che ci accompagnerà attraverso la cover di "Così celeste" di Zucchero, rivisitata in una versione molto personale con arpeggi di creazione. "Un altro sole quando viene sera, sta colorando l'anima mia, e mi fa piangere, sospirare, ridere, bestemmiare. She's My baby".
Si torna vicinissimi alla originalità, con dosate macchie cantautorali, anche nella frizzante e propositiva interpretazione di "Rotolando verso Sud" dei Negrita, voglia di un uomo di scoprire le distanze dentro, sognando un viaggio morbido dentro il proprio spirito. Il motivo conduttore di tutto l'intero album che si arricchisce di ''Sere Nere'', una delle migliori cover di D'Alfonso, dal tono caldissimo e che sotto ha sempre il consolidato tappeto di chitarra, stavolta accompagnata dalla tastiera; secondo inedito contenuto nel lavoro e' ''Bambina mia'', dedicata alla figlia. Una seconda rock ballad che parla di amore e devozione: "Quando sto con te mi dimentico di tutto, è un attimo, mentre navigo nel tuo battito, o bambina mia. Non resisto a quegli occhi blu e tra le mie braccia io ti porterò".
I confini troppo lontani di ''Destinazione Paradiso'', cover di Gianluca Grignani, aprono quel gioco di ricordi che hanno segnato indelebilmente Emanuele D'Alfonso. La versione è molto soul, il sottofondo di una chitarra acustica in crescendo. "In questo girotondo di anime, chi si volta è perso e resta qua": un girotondo di anime che anelano alla vita ma che sono prive, magari dalla nascita, di un posto dove scrollarsi qualcosa di dosso. Il prendere il treno che va a Paradiso Città si affianca al celebre ritornello di "Nel blu dipinto di blu" di Domenico Modugno, un acustic rhythm dai toni accattivanti. Denominatore comune sono quei ''sogni che all'alba svaniscon perché quando tramonta la luna li porta con sé".
Dove la personalità e l'originalità di Emanuele D'Alfonso vengono prepotentemente fuori sono in ''Je so' pazzo'' di Pino Daniele, e soprattutto in ''Caruso'' di Lucio Dalla: la prima è un sublime acustico impreziosito dalla armonica che fluisce a scandire ogni strofa della poesia ballad dell'indimenticato artista partenopeo; nella cover del celeberrimo brano dalliano invece si scoprono atmosfere molto vicine al British, con il tocco di bellezza nel ripetersi quasi viscerale di quel "sciogliere il sangue nelle vene". Toccante e vivissima è ''Torna a casa'', sincera e tutta da vivere ''Oggi sono io'', brillante e maestosa ''Generale'' di De Gregori. Un ottimo esordio per Emanuele in versione solista, con un album che è come la canzone title track, ispirazione alla musica che fa tema. Da rilevare i contributi di collaboratori importanti quali Max Gelsi, Andrea Fontana, Massimo Bonanno, Roberto Balbo, Ivan Geronazzo, Alberto "Gaffu" Gaffuri, Marco Boem, Michele Bernardi, Simone Blondeau, Richi Caroti e Marco Moroni. (Leo Cotugno)