VANDARKO  "Falsi eroi"
   (2022 )

Nuovo rock in arrivo da Caserta. I Vandarko esordiscono con “Falsi eroi” (uscito per Alka Record Label), un disco alternative che rinfresca il genere, con voce energica, chitarre elettriche, basso effettato e batteria dritta. Si sente l'influenza verdenesca nel sound, ma meno confusione acida nei testi, forse un po' più amarognoli e diretti, come quelli dei Management.

“Sei gocce di veleno” e “Pompei brucia” i brani più ammiccanti alla band casertana, mentre il singolo “Storie di niente” corre e sputa fuori la stanchezza di ascoltare i discorsi insulsi: “Ma quante volte ancora dovrò ficcarmi in gola tutte le storie fatte di niente, niente. Potrei scacciare tutti i guai via dalla mente, ma resto fermo ad ascoltarvi tutto il giorno come sempre. Quando giro sotto i portici, quando pure vado dal barbiere, me le taglio queste orecchie!”.

Il disco inizia con “Smash!”, e le prime parole che sentiamo sono: “Non credo neanche a me stesso, io penso solo a te, Marilù”. Quindi partiamo già con una negazione che fa pensare a un generico nichilismo, ma invece poi l'argomento assume una connotazione più precisa: “Dimmi come fai, dimmi come, a riempirmi di botte, dimmi come fai, dimmi come, a scavarmi la fronte. E immerso fino alla gola, non vedo più le sirene che mi abbracciano in mare, tra le onde di miele”.

Il ritmo si carica di groove con “Zeromille”, che descrive una diffusa condizione esistenziale: “Io non mi accorgo di nulla da tempo, un'eclissi nel cervello, maledico tutti i miei pensieri, sì, mentre ballo sui vetri (…) no, non è niente male sollevarsi dalle responsabilità e dalle crisi di governo (…) Strade di carta distrutte dal vento, bombe in centro, sto dormendo, e me ne frego di questi problemi, sì, guardo con gli occhi spenti”. Meglio fare come si canta nel brano successivo: “Sei gocce di veleno mi fanno stare meglio”.

In “Ilaria su Marte” la voce graffia particolarmente, mentre dedica il pezzo “ai falsi eroi che sono tra di noi”; il ritornello con la batteria in levare, mentre le parole si fanno un po' più ermetiche: “Sento che ha già perso valore, come Ilaria su Marte o qualsiasi via di comunicazione tra noi”. “Cicatrici” è invece sorretta da un divertente riff di basso e chitarra effettata con un suono che pitcha verso l'ottava alta, mentre accanto alla batteria il ritmo è scandito da battiti di mani. Un brano stile Arctic Monkeys, ma in italiano, e un testo più morbido degli altri.

“Pompei brucia” ha un ritornello eroico da cantare tutti insieme: “Non sarà l'ultima volta che mi reggerò in piedi, roviniamo i piani ancora per morire felici, il pensiero che cola sulle spalle del vento, muovi forte i capelli, muovi forte i capelli!”. “Mostri” propone un altro riff spazzatutto, mentre si canta di una donna: “Lei non balla da giorni, un po' si sente a pezzi, non si spoglia dentro le canzoni. Lei si nasconde tra le pietre e i rami. Corre veloce sopra i diamanti”. Ma l'attenzione è portata via dal sound elettronico del bridge.

Un bell'esordio per i Vandarko, che speriamo si facciano notare presto! (Gilberto Ongaro)