LUCA FOL "Io sono meno inglese di thè"
(2022 )
Cantante e polistrumentista che ama la sperimentazione, Luca Fol ha deciso per un passo in avanti: abbandonare l'inglese, per affrontare di petto la canzone in italiano, sempre però avendo come punto di riferimento il suo primo amore, ovvero i Beatles.
Ne è nata questa suggestiva raccolta, "Io sono meno inglese di the", dove viva e pulsante è la presenza dell'electropop, del synth pop, e di uno sfondo tutto nuovo riconducibile anche ad atmosfere vagamente echeggianti altri capisaldi nella musica dell'artista riminese, ovvero i Bluvertigo.
''Chi suda troppo, chi dorme male, chi passa anni ed anni sveglio dentro un ospedale'', è l'incalzante incipit del brano che da il nome all'intero album, undici tracce che si riconducono a momenti diversi della vita di Fol: a metà strada tra l'ironico e l'introspettivo, l'autore si ricollega al passato non ancora tale e ad un presente che ha dubbi, in un armonioso e crescente ritmo che è il biglietto da visita della maturazione musicale di questo eccellente autore.
Si alternano momenti puramente derivati dal rock elettronico vicino ai Bluvertigo, evidentissimi in un brano del calibro di ''Poeta'', con ballad che invece attingono anche al cantautorato e all'acustica. Istinto e pregiudizio che fanno a pugni sullo sfondo de "L'educazione", il vero inno elettronico, "vizio e sfizio di chi non ha vinto", come canta Fol, riecheggiando anche suoni di battiatiana fattura che si fanno via via più incisivi come nella techno di ''Brenso magnifico'', o che invece volgono decisamente al melodico.
Questo non è un album pretestuoso, anche se forse ne può avere l'apparenza, piuttosto in questa ricerca molto approfondita salgono alla ribalta tutti gli stili musicali che questo eclettico ragazzo ha al proprio arco, e che ci fa conoscere accompagnandoli ad una varietà di testi che sono sempre dipinti da un'ironia garbata, calzante e perfettamente misurata. (Leo Cotugno)