XPROPAGANDA  "The heart is strange"
   (2022 )

Partiamo da un presupposto. "A secret wish" è uno di quegli album che, a lustri dall'uscita, ancora lo si ascolta e si hanno i brividi come la prima volta. Facendo crescere rimpianti su una esperienza nata e già finita (cit.).

Dopo, oltre ad un quasi apocrifo "1234", nulla più c'è stato. E allora, che la sigla torni - con piccola modifica, ok - e con le due voci dell'epoca, Claudia Brucken e Suzanne Freytag, ci sta che uno si chiuda in casa, stacchi il telefono, e non voglia essere disturbato. Per nessuna ragione al mondo.

Poi parte "The heart is strange", che è l'esplicito tentativo di riprodurre quella formula con il ballare delle due fanciulle ad alternarsi tra canti, sussurri e minacce (si scherza), per portare a casa in parte il risultato. Perché si inizia con "The night" e "Chasing utopia", e allora siamo davvero sulle latitudini amate e mai dimenticate, facendo gridare al miracolo musicalteutonico.

Dopo, però, la salsa si ammorbidisce, come se l'assenza dei due maschietti là dietro portasse a qualcosa di meno violento e più delicato, venendo a mancare quell'urgenza industrial che ha reso immortale l'originale. Certo, quando Suzanne conta fino a 10 in tedesco la pelle diventa d'oca, ma basta analizzare "Don't you mess with me" per capire le gioie e i difetti del prodotto: ottimo lavoro pop, atmosfere che sono quelle giuste, ma senza quel senso di claustrofobia, di voglia da un lato di chiudersi dentro per paura dell'esterno e dall'altro di aprire la finestra per paura di un pericolo, che scaturiva da "A secret wish".

Le due signore sono perfette, delicate, meravigliose, ma se prima ti facevano tremare all'idea di essere narcotizzato e tagliato a pezzi, ora sembrano quasi volerti accompagnare ad un thè di rimpianti più che di sangue. Ascoltatelo piano piano, apprezzate "The wolves are returning" e via discorrendo. Se ne sentiva la mancanza, comunque, anche se forse alla fine viene più voglia di ascoltare da dove si partì che non dove si sia arrivati. Ad ogni modo, applausi anche solo perché, a risentire quelle due là cantarsi addosso, escono emozioni e paure sopite nei decenni. (Enrico Faggiano)