YESTERDAY WILL BE GREAT  "The weather is fantastic"
   (2022 )

All'inizio si rimane spiazzati, sospesi tra atmosfere iterate alla Massive Attack, visioni psichedeliche alla Sigur Ros e soluzioni armoniche che riecheggiano i Floyd di ''The Wall''.

Senza voci se non qualche virata ambient. Il mondo muto, abitato solo dalle corde di chitarra che vibrano, e dai giri di basso e dai colpi di batteria mescolati in quel di Ravenna dalla band. Una bella sfida di ascolto, non c'è che dire.

Un disco senz'altro ambizioso, per una band che ha intitolato l'ep d'esordio "Y" come l'album dei Pop Group (che ascoltavo rapito senza capirci granché, ai tempi aurei delle medie). Un disco certo non edulcorato, che vuole essere autonomo e vigoroso e autentico, questo degli Yesterday Will Be Great, che al secolo sono Simone Ricci alle chitarre, Daniele Mambelli alle percussioni, e Giuseppe De Domenico al basso.

Un disco genuino, registrato quasi tutto in presa diretta, che può essere ideale sottofondo ai nostri tempi distratti e liquidi, e il cui risultato ha però un prezzo da pagare e abbassa, per quanto riguarda il vostro affezionatissimo recensore, la media del voto finale, che si attesta a quota 7 meno. Manca - ma ce la può mettere l'ascoltatore se intonato, dicendo ad Alexa di alzare alla bisogna o abbassare il volume - appunto la voce umana, di cui queste musiche possono essere un supporto a mo' di karaoke, e manca nel tappeto di note un po' di nerboruto blues, un po' di sexy sanguigna adrenalina, un po' di grunge alla Neil Young, per non lasciarsi troppo cullare dal flusso di note sognanti, atmosfere meditative che rischiano di rimanere fini a sé stesse, appese in mezzo al nulla, senza che il piedino si muova e senza che qua e là si riesca a reprimere uno sbadiglio sornione.

L'unico guizzo ritmico si ha con la parte finale di "Trees / Giant", ma non basta a risollevare le sorti di un lavoro che attesta doti strumentali ma, imho, non convince del tutto. (Lorenzo Morandotti)