SUGAR FOR YOUR LIPS  "Spleen"
   (2022 )

In barba al loro nome alquanto "anglofono" che occhieggia vagamente al passato, i Sugar For Your Lips, band cosentina di alt-rock di ottima qualità e contatto, cantano rigorosamente in italiano.

Il loro è un lavoro di prospettiva, che nasce circa tre anni or sono nella città calabrese verso cui è corrisposto un rapporto di amore-odio che è trasposto in una musica piena di introspettiva rabbia, di disagio elica di alienazione.

Il mondo che troppo chiede e nulla dà, e che produce così la cosiddetta "arrabbiatura curativa", la sintesi di un confine troppo stretto, a volte invalicabile, tra ciò che si è attualmente e ciò che si sarebbe voluti essere.

Talvolta si fa presto a dire che il passato è passato. ''Spleen'', primo album della band cosentina, vive infatti di tante, tantissime reminiscenze nostalgiche: i ricordi sono legati "alla necessità di confrontarci con noi stessi, affrontando un percorso per conoscerci meglio".

''Spleen'', tradotto letteralmente dall'inglese, equivale a decadenza. La pandemia, periodo in cui è stato concepito questo album composto da nove tracce, ha partorito il disagio, a sua volta generatore di rabbia frammista a voglia irrefrenabile di rivincita. Con ''3,2,1...'' si scopre il preambolo a tutta questa ansia di volere esprimere caduta e rivalsa, due minuti di potente assolo chitarristico che fende e rivela. Un tema monocorde che cresce di intensità, lentamente, progressivamente.

La sonorità esplosiva di ''Salvami'', brano davvero suggestivo, si mantiene potente mentre sgorga la invocazione tanto a fatica mantenuta dentro: "stanotte me ne andrò via da qui, adesso a stento riesco a rimanere in coro, Stanotte corri... e salvami! Non posso più stare qui fermo ad eseguire gli ordini". Come non pensare a quei giorni, a quelle ore, a quegli interminabili momenti di alienazione fisica e mentale cui ci ha sottoposto il mostro della pandemia!

Il vociare invocante di parlare e scrivere diviene quasi ossessivo nel suo incalzare. Chi urla ha sempre ragione, in una foresta senza punti di orientamento, e le gambe non si accasciano se non si trova un punto di incontro. Rock adrenalinico anche nella successiva ''Idea'', qui l'obiettivo è quello di rinascere, "dal fondo risorgo senza che rivolgo lo sguardo verso te e forse riuscirò". C'è presente, illuminato dal tappeto sonoro di chitarra elettrica, basso e batteria, quel tema tanto caro ai Sugar: vincere e vivere, senza più pensare a sopravvivere. Camminare verso ciò che siamo, verso ciò in cui ci troviamo, verso quello che riconquisteremo.

''Il Gramo'' occhieggia al celebre libro di Italo Calvino, "Il Visconte dimezzato". Elettrizzante intro di batteria per analizzare in maniera anche violenta e carnale gli effetti delle battaglie sostenute. L'alternative incrocia la strada con l'hard rock, e lo fa con tutta l'energia possibile di cui è capace il gruppo: che stupirà agganciandoci anche il suo lato più melodico, decisamente accentuato nel finale.

''Ombra sul muro'' proietta, mantenendo fede al titolo del brano, un cono prospettico su una avventura che ha gettato alle sue spalle i fantasmi ma che col suo passato dovrà continuare a convivere: della serie ''forza e coraggio, rimbocchiamoci le maniche, ricominciamo''. Provvisti di tutta l'energia e la voglia di rock possibile ed immaginabile. (Leo Cotugno)