CRISTINA ZAVALLONI & CLARA ENSEMBLE "Parlami di me - Le canzoni di Nino Rota"
(2022 )
La voce di Cristina Zavalloni, assieme al Clara Ensemble, ridà vita alle melodie immortali di Nino Rota, nell'album “Parlami di me – Le canzoni di Nino Rota”, uscito per Egea Records. Zavalloni interpreta i brani in maniera teatrale, non utilizzando solo la voce normale ma ingrossandola, affinandola, rendendola nasale, facendo smorfie, per caratterizzare le parole che pronuncia, e calarsi anche nei panni dei personaggi dei film corrispondenti, evocandone tutta l'atmosfera.
Partendo dalla strada, anzi da “La Strada”, il disco si apre con “Gelsomina”, che riporta la dolcezza e la fragilità della protagonista. L'ensemble la accompagna jazzando, mentre con “Canzone arrabbiata” mantiene il ritmo di marcetta. E Cristina, col suo approccio vocale, fa tornare in mente tutto il “Film d'amore e d'anarchia” di Lina Wertmüller: le risate sguaiate di Salomè, lo sguardo indimenticabile di Tripolina, la goffaggine di Tunin, la violenza di Spatoletti...
Si torna a jazzare con la titletrack “Parlami di me”, facendoci tuffare ne “La dolce vita” (di cui poi arriverà anche l'omonima musica, il tema principale). Tra assoli di clarinetto e pianoforte, continuiamo a restare nella visione felliniana con “Il tempo passa”, aperta dal piano toy, che riporta all'atmosfera magica e stralunata di “8 e mezzo”. Cristina si prende una pausa, lasciando lo spazio di protagonista al flauto, nel “Valzer del commiato”. Il fiato così, assieme all'ensemble (tra i sei membri, quattro ospiti e Zavalloni, in totale ci sono undici musicisti), ha il compito di rievocarci l'aria di cambiamento storico del periodo garibaldino, vista dal palazzo di Don Fabrizio nel “Gattopardo”. Altro momento strumentale in compagnia delle immagini di Visconti, “L'amore di Rocco” è sorretta dal solo pianoforte, che si alterna tra tensione e sospensione.
Dal grande schermo passiamo a quello piccolo, ricordando Gian Burrasca. Cantando “Pappa col pomodoro”, la voce di Cristina assume connotati buffi, e così anche i fiati, suonando spesso e volentieri in staccato, rendendo l'andamento saltellante. “Ai giochi addio” invece, è interpretata con malinconia, ma con acuti squillanti, per ripensare al “Romeo e Giulietta” di Zeffirelli, su un arrangiamento fiabesco.
Gli arrangiamenti sono curati da Cristiano Arcelli, che suona il sax soprano in “Prova tu”, unico brano originale, scritto da Cristina Zavalloni. La melodia tratteggiata dal pianoforte e dal trombone, e poi passata al flauto, è molto gentile, e anch'essa dal gusto cinematografico. Ma le parole sembrano contenere un sentimento piccato, rivolgendosi a un ipotetico criticone: “Prova tu ad esser sempre pronto, prova tu a non sbagliare, le risposte solo quelle giuste, prova tu a farle uscire (...) Quel giudizio lascia sulle labbra, fermo lì, per non graffiare. Quella donna morta mille volte prova tu a superare”.
Cristina ci lascia così, esce di scena prima del finale, lasciato a un ultimo strumentale: “Pin penin”, da “Casanova”. Sarà un caso, ma di recente c'è stata un'altra uscita discografica dedicata alle colonne sonore del cinema, “Cinema city” di Mafalda Minnozzi. Ma, mentre lì la tendenza è a jazzare in maniera più vivace e brasiliana, Zavalloni e Clara Ensemble, toccando il repertorio di Nino Rota, hanno preferito restare nei ranghi, restituendo l'eleganza di questo autore indimenticato. (Gilberto Ongaro)