ACID BRAINS  "Il caos"
   (2022 )

Allora: "Non mi rompere sai / non succederà mai" l'ho messa subito d'imperio e d'istinto come suoneria sul telefono per sostituire l'invettiva del sergente Hartman di Kubrick alle reclute dei marines ("Chi cazzo ha parlato?"), incerto fino all'ultimo al ballottaggio con un altro verso di questi tostissimi Acid Brains: "Senti infame cosa cazzo vuoi".

Voto complessivo, per farla breve, un meritatissimo 9. Peccato perché il voto pieno e la lode se li sarebbero portati a casa se solo questo album - il loro primo che canta nella lingua di Dante - avesse contenuto, con questo convincente tappeto sonoro che intreccia sapientemente sentori di padri nobili ma sublimati e digeriti come Ramones, Red Hot, Zen Circus, Afterhours e Metallica, appena qualche canzone in più, perché l'energia e l'esperienza ce le hanno da vendere, eccome, così come la capacità di sparigliare le carte con stile e sterzare al momento giusto dall'urlo incazzato al ritornello melodico, dalla rabbia all'epica, e quindi la capacità di sorprendere, di essere originali quanto basta per mettere in loop questa manciata di canzoni per una sera e poi un'altra sera ancora, consigliatissimo al fine settimana o la domenica sera quando già incombe lo spettro del lunedi.

La loro è la capacità insomma di spiccare nella melma melassa sonora che ci circonda e ci ammorba. "Tutti parlano e nessuno ascolta più" dicono nelle loro invettive sociali per esorcizzare il caos che dà il titolo all'intero lavoro e che patiamo h24 e 7 su 7. "Non si vive con il rock and roll", è vero, ma proprio in questi tempi grami occorre osare all'inverosimile, gettare i cuori oltre l'ostacolo, come i nostri hanno dato prova di voler e saper fare cantando in italiano in questo disco come detto per la prima volta.

Comunque come si usa dire con una brutta espressione, c'è tanta roba qui. La uso, l'espressione, perché i nostri hanno a loro volta usato - piccolissima nota di demerito ma mi stava qui - l'ormai abusatissima parola "resilienza" in un titolo, senza peraltro un po' di sana ironia che non avrebbe guastato. Ma prendiamoli così che già vanno benissimo, vivaddio, sanguigni e vivaci e vitali ché è già manna oggigiorno. Beato chi se li sentirà dal vivo. (Lorenzo Morandotti)