ARCTIC PLATEAU "Songs of shame"
(2022 )
Dalla sua prima canzone, “Eight years old”, per Gianluca Divirgilio sono trascorsi 15 anni: quello rappresentò il nascente vagito per modellare ed affinare, nel tempo, il progetto Arctic Plateau, che oggi tocca quota 3 album usciti, compreso questo “Songs of shame”.
L’artista romano colma un vuoto di 9 anni di silenzio da “The enemy inside”, tanto è passato per riproporsi con 11 brani plasmati a nuovo rispetto al precedente, che convalidano il suo versante estroso, anelante di variabilità.
Nulla di sorprendentemente nuovo, ma tornare a gustare la “vecchia” bella new-wave è delizia per le orecchie e non solo per chi l’ha vissuta: vedrete… Un disco talmente personale che riflette un mondo di disillusioni, occasioni perse, rimorsi incalliti, ferite non rimarginate, disagi imperituri.
Gianluca piazza sùbito in apertura la titletrack e “Saturn girl”, che ci accompagnano nelle distese dei R.E.M. senza farne troppo mistero ma con ottimizzazioni notevoli, mentre “Dark rising sun” veleggia come un sogno fluttuante, analogamente alla ragazza visibile in copertina.
Una buona sorpresa ce la offre la pulsante “The Bat”, cinta in aere maestosa. Dopo l’intermezzo pungente di “L’arsenale”, saliamo sul battello per solcare le acque confortevoli di “Venezia”, con mood vellutato e semi-sussurrato à là Prefab Sprout: uno degli atti migliori dell’opera.
In zona ballad, intavola “One way street” richiamando all’ordine le migliori ponderazioni tipiche del gruppo di Michael Stipe e soci. Un po’ wave e un po’ dream-pop ecco la suggestiva “Red flowers”, che ondeggia leggiadra sul filo dell’oniricità. Se ancora non avete la pancia piena, c’è pronta la strumental bonus-track “Chlorine” che vi mette a vostro agio per deliberare sogni e speranze all’orizzonte.
La sterzata stilistica ha sicuramente portato giovamento alla creatura di Gianluca, permettendogli una riflessione allo specchio a 360° senza bluff o raggiri introspettivi. Queste “Songs of shame” non sono per nulla “canzoni della vergogna” ma intenti nobili e coraggiosi di mettersi a nudo senza remore con trasparenza di gran classe. (Max Casali)