MANNHEIMER SCHLAGWERK  "The numbers are dancing - New works for Mallet Quartet"
   (2022 )

Mannheimer Schlagwerk è il nome di uno dei più importanti ensemble di percussionisti al mondo. Dennis Kuhn, direttore artistico, è l’unico membro fisso, mentre per gli altri vale un rigido criterio di selezione: occorre essere iscritti all’Università di Mannheimer, segnatamente al curriculum percussioni, e poi proporsi all’ensemble, del quale si può essere parte solamente fino al completamento degli studi.

“The numbers are dancing - New works for Mallet Quartet”, uscito per Solaire Records, è l’ultima fatica discografica firmata Mannheim Schlagwerk ed è arrivata al tramonto del 2021, mentre la formazione celebrava i venticinque anni di attività.

Punto di partenza di questo lavoro è la musica di Steve Reich e del suo Mallet Quartet, rimodellata in un sapiente intreccio di jazz, musica minimale e aperture ambient. I pezzi che compongono l’opera sono sette, per una durata complessiva di quasi un’ora, da “Leon’s House (Epitaph for a Friend)”, tributo di Kuhn al suo amico e compositore Leon Milo, a “Sexgott” di Markus Reuter, divisa in tre parti chiaramente distinte, che rappresentano probabilmente il passaggio più astratto dell’intero disco.

Nel mezzo, invece, si incontrano i dieci minuti di “Seven Eleven” di Nik Nik Bärtsch, che scioglie i climax con delle improvvise pause, e due composizioni di Stephan Thelen: la prima, “Russian Dolls”, arricchita dal clarinetto e dall’organo, la seconda, “Parallel Motion”, che invece gioca con marimbe e vibrafoni.

“The numbers are dancing - New works for Mallet Quartet” spiega, ancora una volta, l’importanza del nome Mannheimer Schlagwerk: pur essendo strutturalmente semplice, il disco presenta un alto grado di complessità, ma il prodotto finale si mostra coerente e accessibile a un pubblico nemmeno troppo ristretto. (Piergiuseppe Lippolis)