PIERO PELU' "Ne' buoni ne' cattivi"
(2000 )
Ce lo si doveva aspettare, dopo un anno passato tra pissipissibaobao di scioglimenti, singolo extra Litfiba ("Il mio nome è mai più" insieme a Jovanotti e Ligabue), e continue public relations a renderlo personaggio ben più di quanto non lo fosse prima. Ma, soprattutto, ben diverso da quanto non fosse prima: rocker quasi satanico, che da tempi del rutto ad esordire in "El Diablo" era diventato icona popolare della fisicità musicale, da alternativo oltre ogni limite (quando rifiutò un passaggio televisivo perché "I Litfiba non possono presentarsi insieme a Raoul Casadei!"). Ora Piero girava su ben altri canali, presenza quasi fissa a "Quelli che il calcio" a parlar di Fiorentina, e con tanta stampa musicale sempre pronta a raccontarne le vicende, forse ancora ipnotizzata dai bei tempi. Arrivò quindi l'esordio solista, senza la vecchia sigla ma con il vecchio simbolo - il cuore cornuto - a ricordare cosa era stato un tempo. L'album ricordava ancora, in qualche sonorità, la gloria degli anni che furono, ma "Toro loco", forse la cosa più vicina al mex-rock conosciuta in "Tex", ad esempio, necessitò di un remix da discoteca per diventare una hit. Il Pelù del 1991 ci avrebbe, forse, pisciato su. Tra canzoni tirate, ma sempre con un occhio al freno a mano, e lenti poco ispirati, ci fu anche un passaggio a Sanremo, per "Bomba boomerang": la fine di un mito. (Enrico Faggiano)