PIERPAOLO MARINO  "[Senza] Controllo"
   (2021 )

Ben supportati da sonorità affini per intenzioni a certo pop nostrano fine ’70/primi ‘80, gli undici episodi di “[Senza] controllo”, secondo album del siciliano Pierpaolo Marino per la Seahorse Recordings di Paolo Messere, filano via lisci ed accattivanti fra echi d’antan ed incursioni in una bolla di cantautorato aggiornato ai tempi.

Sciolto e fluido, naviga tra echi dell’Umberto Palazzo de “L’Eden dei lunatici” nella title-track e lambisce l’Edda di “Fru fru” nella pungente opener “Smartphone”, ricorda il miglior Bugo in “Hype” e ricama tessiture fra Luigi Tenco e i Dorian Gray negli echi jazzy di una pregevole “In orbita”.

Sulle ali di una vocalità piena e stentorea, Pierpaolo lavora bene sui suoni, arrotondati e corposi, centra brani in apparenza accomodanti e leggeri, dal tono intimo e personale ma sempre sostenuti da una verve contagiosa e da un piglio vivace; riesce a suscitare interesse anche quando ritornelli non facili sono assecondati da piccole dissonanze ed increspature sparse ad arte (“Pulsar”, quasi Houdini Righini affogato in un finale psych) o quando indulge alla dolcezza mansueta di “Bonsai”, alza i giri ne “L’idea del sangue”, o ancora rischia nella trama più elaborata di “Per mille anni” per chiudere sul ballabile slow di “Un secolo fa”.

“[Senza] controllo” è un lavoro omogeneo e brillante, ricco di spunti e mai avaro di sorprese; arrangiato con gusto e non privo di personalità, si mantiene gradevole ed equilibrato nella sua amalgama di parole dirette e musicalità elegante. (Manuel Maverna)