MATTIA LORIS SIBONI "Quiet area suite"
(2021 )
Dopo una serie di album dedicati alla musica nel senso più comune del termine, mi trovo a recensire per la prima volta un affascinante lavoro musicale incentrato sull'apparente contrario: il silenzio.
Apparente, perché nel nuovo ultimo album del giovane Mattia Loris Siboni, il silenzio non è visto come il nulla, ma come l'insieme del tutto. E' il momento che assorbe i suoni come il nero fa con i colori. E' la fase di attesa in cui si crea l'aspettativa per l'attimo successivo, e dove i pensieri fanno un rumore assordante.
Compositore, musicista, improvvisatore e sound designer, attivo tra Bologna e Cesena (sua città natale), Mattia, con il suo ''Quiet Area Suite'', uscito il 5 marzo scorso per la Slowth Records, scaturisce una semplice domanda: "Quante tipologie di silenzio esistono?”
E sulla base di questo fa una vera e propria apologia del silenzio, esaltandone tutto ciò che esso stesso evoca. Attinge a suoni naturali e digitali, esprimendo tutto attraverso la regola dell'acusmatica, ovvero la musica ascoltata attraverso i circuiti elettrici degli altoparlanti come suggerito dalla scuola pitagorica di un tempo, in cui i discepoli udivano il maestro parlare dietro ad un velo. Un modo per stimolare l'immaginazione così come proposto dai quattro brani contenuti in questo album.
Un percorso immersivo a 360°, da godere ad occhi chiusi e con ottime cuffie, dove l'idealizzazione di immagini è stuzzicata proprio dall'alternanza tra musica concreta e silenzio. Un viaggio evolutivo costruito da Mattia con senso logico e un'attenta cura dei dettagli.
La suite viene introdotta da ''Now Hush and Look Around'', caratterizzato dalla presenza di materiale pre-esistente (citazioni cinematografiche tratte da ''8e½'' di Federico Fellini, ''Shrek'' della DreamWorks, ''Toy Story'' e ''Ratatouille'' della Pixar), che consentono l'indagine del silenzio evocato e più precisamente del silenzio suggerito.
E' poi la volta di ''Mind the Gap'', che si pone proprio come gap tra il primo e il terzo brano e affronta l'idea di silenzio digitale giocando sulle variazioni del rumore di fondo e sul rapporto tra comparsa e scomparsa dei vari elementi.
''Balumina'', fulcro dell'intera suite, è il brano-culmine, l'episodio più complesso e articolato, che ci trasporta nel silenzio dal punto di vista del paesaggio sonoro e in cui Cagliari diventa protagonista nella sua alternanza tra la quiete notturna del porto e l'assordanza diurna del centro città.
A chiudere l'album ''Qui nella maestà del silenzio'', in cui l'idea fondamentale è l'osservazione del silenzio all'interno del Cimitero Monumentale della Certosa di Bologna, tra spazi chiusi e aperti, con il fine di ricercare diversi livelli di silenzio e di risonanza dell'ambiente stesso.
Se pensate che questo sia un album di difficile ascolto, abbandonate ogni pregiudizio, prendetevi qualche minuto con voi stessi e semplicemente... ascoltatelo. (Alessandro Buono)