FRANCESCO LOCCISANO & MARCELLO DE CAROLIS "Venti"
(2021 )
Due chitarre battenti sono le protagoniste di questa novità discografica, uscita per ItalySona (edizioniMarasco/FINGERPICKINGNET). Gli appassionati di organologia (scienza che studia gli strumenti musicali nel mondo) la conosceranno già: la chitarra battente, detta anche chitarra italiana, ha la cassa armonica più stretta, e 5 ordini doppi di corde (quindi 10), e si è diffusa dal ‘700 nel sud Italia (Lazio, Campania, Puglia, Calabria, Abruzzo e Molise), caratterizzando la tradizione. Due chitarre in totale fanno 20 corde, e l’album è uscito nel 2020. Per questo, Francesco Loccisano e Marcello De Carolis hanno chiamato il loro nuovo album “Venti”, riferendosi anche ai venti della penisola. Virtuosi e ricercatori della battente, i due chitarristi propongono dieci brani interamente strumentali, valorizzando le peculiarità dello strumento. Suoni brillanti, ricchi di armonici, e fin dal primo titolo, “Battente italiana”, si capisce che l’argomento di principale ispirazione sarà la chitarra stessa. “Solè”, con la tipica ritmica terzinata, ricorda gli accenti della taranta, anche se non invita alla danza: ne trasmette però la gioia. Più invitante a muoversi invece, pure in assenza di percussioni, è la traccia successiva chiamata “La tarantella di Zio Nicola”, velocissima e dedicata ad un’antica famiglia di liutai calabresi. Anche “Scilla”, a parte il riferimento letterario, è dedicata a una liuteria: la Scillese, che ha prodotto una nuova versione della chitarra battente. Si alternano momenti più calmi e riflessivi come in “Ai padri”, a fasi di sfrenata allegria come “Via dal tubo” e zone evocative con “Il volo dell’angelo”. Anche nelle melodie più delicate, con progressioni raffinate, come “Il bacio”, c’è rapidità di arpeggio. “Amico Brozman” è dedicata a Bob Brozman, che ha diffuso la conoscenza di una chitarra di altre longitudini, la dobro o resofonica. Porta un’atmosfera sospesa, con vari accordi di settima minore, che ricorda i primi Genesis. Nel videoclip della travolgente “Danza Ionia” si vede la loro personale tecnica di fingerpicking, tra accordi velocissimi e sassi di tufo. Sembra dunque che a “Venti” si possa dare uno scopo didattico. Non sarebbe male far conoscere ai più piccoli uno strumento della tradizione con questi brani, in un’ottica di valorizzazione della tanto bistrattata educazione musicale in Italia. (Gilberto Ongaro)