ALBERTO SONZOGNI  "September man"
   (2021 )

Scegliere come un brano deve suonare è molto importante, perché ne va di mezzo l’identità dell’artista o della band che lo esegue. L’abbinamento o il confronto tra artisti o generi, non è pertanto necessariamente negativo, ma spesso è una chiave di lettura per le aspettative del potenziale ascoltatore. Alberto Sonzogni ha un riferimento importante con il rock melodico americano, quello più raffinato, conosciuto anche con l’acronimo AOR (American Oriented Rock o Album Oriented Radio), che in tempi pre-internet dominava l’etere, riempiendo ad ogni occasione stadi di fan impazziti. Tra i principali protagonisti dell’epoca c’era gente come Toto, Journey o gli immarcescibili Eagles (anche se con forti radici country), maestri nell’alternare momenti di granitico rock a ballate strappalacrime cariche di pathos. La bella voce di Alberto Sonzogni riassume un po’ tutto questo, evocando in una decina di canzoni l’America degli anni a cavallo tra i ’70 e gli ’80, appunto. Essendo un debutto, è quasi logico pensare che il cantante bergamasco mostri il meglio di sé, sfoggiando brani che, immagino, siano in parte anche una sorta di carta di identità e, ne sono convinto, non solo artistica. Il mese di settembre, a cui rimanda il titolo del disco, è il mese di Alberto. Ma dall’ascolto del disco, non emergono assolutamente immagini oscure, al crepuscolo, bensì ancora calde e luminose giornate di sole, che mettono in risalto i colori e le bellezze di un qualsiasi paesaggio. Musicalmente, riff secchi di una graffiante chitarra si alternano a suoni di synth tipicamente ottantiani, creando un tappeto che avrebbe messo a suo agio anche uno come Bon Jovi. A tal proposito, per chi scrive, ‘Scary World’, è una grande canzone ed al contempo anche una sorta di cartina tornasole. È fuori discussione che un “prodotto” di tal qualità si debba anche ad una band e da special guest tecnicamente superbi (notevole l’assolo alla solista di Dale Sanders nel brano citato) e da un lodevole lavoro di arrangiamento. Un meritato plauso anche a Gessica Pirola, che oltre ad occuparsi dei testi e dell’artwork, offre anche un’ottima prestazione come seconda voce. (Mauro Furlan)