STILEMA "Utopia"
(2020 )
La bellissima copertina di ‘Utòpia’ dei romani Stilema, potrebbe trarre in inganno, perché soggetto e colori potrebbero essere riconducibili a certo rock romantico. Il contenuto invece, racconta un folk rock con qualche intervento metal suonato con molte... passioni. Ho usato questo piccolo gioco di parole nel tentativo di raccontare il disco e descriverne il contenuto.
Passione per storie dal sapore epico ed antico: il fascino per un tempo in cui i rapporti fra persone erano probabilmente più veri e spesso anche creativi.
Passione per suoni ancestrali, legati alla Natura ed alle sue leggi: chi non resta attratto dal suono di una cornamusa o di un flauto? Chi non si è mai lasciato portare magicamente indietro nel tempo con la forte sensazione di sentirsi in armonia con il mondo?
Passione per la storia dell’uomo: un tributo alla nostra esistenza, all’evoluzione, alle nostre conquiste ed alla convivenza con i nostri simili.
Passione per il rock e l’adrenalina che sa scaturire: da quando è stato inventato, il rock è ancora la musica che forse meglio di altre identifica il sangue che pulsa, le emozioni intense, la forza ed il sudore.
Dentro a questo disco quindi, un riuscito connubio tra strumenti acustici, alcuni appartenenti anche ad altre epoche, chitarre distorte e batteria. Intendiamoci: non è la ricerca affannosa dell’originalità che fa di questo un bel disco, ma semplicemente un modo per accompagnare liriche dai contenuti inusuali ed interessanti. Ciò ha comportato un marcato legame stilistico con certe band del centro-nord europa, come ad esempio gli In Extremo, gli svizzeri Eluveitie, oppure ancora i Korpiklaani. Ma la felice scelta del canto in italiano, anche se fa venire alla mente i Folkstone, colloca gli Stilema su un piano diverso, perchè mette in evidenza l’appartenenza ad una terra straordinaria: la nostra. E non è poco. (Mauro Furlan)