TWINKLE3 "Minor planets"
(2020 )
Un insolito trio: Clive Bell suona lo shakuhachi, il famoso lunghissimo flauto giapponese, il pi saw e il khene. Richard Scott resta umile utilizzando i sintetizzatori analogici. E infine, David Ross usa il tremoloa hawaiano, il cosmic bow (uno strumento sia a corde che a fiato) e un oscillatore personalizzato che ha rinominato con le proprie iniziali: “drosscillator”. Ma per ascoltare i Twinkle3 non è necessario star lì a riconoscere gli strumenti, poiché la loro ricerca musicale trascende. L’album “Minor Planets”, appena uscito per Marionette Records, è il terzo capitolo di una trilogia cosmica, e si focalizza sugli asteroidi. Tutte le tracce infatti, prendono il nome di vari corpi celesti. A creare l’atmosfera spaziale non contribuiscono solo gli strumenti elettronici, simboli per antonomasia delle musiche per fantascienza: anche lo shakuhachi si emancipa dalla sua provenienza folkloristica, esplorando le potenzialità rumoristiche del flauto. Tra i vari “Opik 2099”, “Soma 2815” e “Ziziyu 26946”, spunta “Kalliope 22” per grado di rumorosità, con del noise bianco. Per il resto, le scelte stilistiche sono più o meno omogenee in tutto l’album, e si possono riassumere in un viaggio mentale e sensoriale, con una simulazione delle superfici ruvide dei “pianeti minori”, fantasiose descrizioni della loro consistenza, in dialogo con il silenzio attorno del vuoto. (Gilberto Ongaro)