MAP 71  "Turn back Metropolis "
   (2020 )

In Turn Back Metropolis, appena uscito per Foolproof Projects/Fourth Dimension Records, i Map 71 mescolano minimalismo a industrial, natura a cultura, fornendo un convincente compendio di elettronica sperimentale e ambiziosa, tra influssi dub e avanguardia, immersa in un magma di idee e di intuizioni.

I pericoli e le sicurezze che le città contemporanee, alienanti e perverse, offrono sono il punto di partenza di Turn Back Metropolis, il quinto album dei Map 71, dove i membri Andy e Lisa riescono a far convivere le loro influenze musicali e non. Un carattere introspettivo, quasi psicanalitico, immerso in un realismo sociale che sembra porsi come unica risposta possibile a un capitalismo mostruoso e violento, avvolge il disco dall’inizio alla fine, un’elettronica strana e inquietante, compromessa coi mezzi di produzione e i vezzi di un’umanità corrotta dai quali prova ad affrancarsi. E così “Cyanide White”, che apre l’album, è un viaggio folle e mefitico in un mondo vizioso e sbagliato, che conduce in rivoli ipnotici e asfittici che non fanno respirare. È un viaggio circolare, un continuo ritrovarsi dove si era prima, un luogo dove si cade rapiti come nel palazzo fatato di Atlante in Ariosto.

È la luce abbacinante e graziosa di alcuni episodi, come “Siren Tank” o “Spirograph”, pur sempre ipnotici e pazzi, a fornire una controparte necessaria alla cupa e fragorosa discesa negli inferi che ci aspetta. La title track, per esempio, è una infernale visione di morte e rinascita, che conclude l’album lasciando un senso di vuoto a chi ascolta. Mentre l’industrial apocalittico e freddo di “Stitches” ha un battito energico e vivo, aggressivo e tagliente, che spaventa e seduce, le atmosfere dub più sexy di “Siren Tank” sembrano proporre un contro-discorso ironico alla caduta nel buio che è il disco. E con “Suburbanites” siamo precipitati nella costa inglese, nel suo ritmo sornione, educato, che sembra così straniante rispetto a tutto il contorno.

Con Turn Back Metropolis i Map 71 continuano a dar vita alla musica che desiderano costruire, senza bisogno di reinventarsi o cambiare, ma semplicemente fornendo nuovo materiale ai loro sottili e meticolosi equilibri. Forti di una discografia già di tutto rispetto, aggiungono qualcosa di nuovo a un discorso intrigante, apertissimo. (Samuele Conficoni)