VALENTE "Controllo"
(2020 )
C'è ancora qualcuno che non si è accorto che, in quest'epoca, si sta tramando un nuovo ordine mentale attraverso il controllo di popolo? Purtroppo, credo siano ancora in tanti ad ignorare tutto ciò a vantaggio di un Potere che si sfrega le mani sotto forma di vari interessi manovratori. E spero vivamente che il nuovo e.p. di Valente (Claudio) arrivi alle orecchie ignare per abbassare, ulteriormente, il numero delle menti inconsapevoli. Il nucleo operativo delle cinque tracce ruota proprio nel senso allarmistico del titolo, sbandierato con ogni angolatura rabbiosa, in un effluvio wave-punk incalzante e declamatorio, mentre "Oggi"
decelera un tantinello per affrontare un narrato comunque grintoso, guarnendo il tessuto con filamenti di sintetica electro-wave, rivelando pizzicate ispirative a Bowie. E proprio per omaggiare il Duca Bianco, Valente riprende la sua "The men who sold the world" in versione pop-reggae, con le chitarre che rimandano a quelle di Andy Summers (Police) ed un estraniante fraseggio in itinere. Si presenta piuttosto oscura "Ultima cena", con un bass-work che fa da pilastro alla impalcatura di un brano all'apparenza semplice ma con risvolti tematici sarcastici e mordaci. Nell'andazzo sornione di "Tokio Nights" si scorge l'inquietudine del vivere, complice un quadretto sonoro per nulla rassicurante ed incline all'angoscia strisciante. Ha fatto bene a metterla in coda all'e.p. , così appiccica quel senso di smarrimento che serve per tentar di ridestare le anime dormienti nel letto di una società in declino sociale ed artistico, ormai ricca di "contenuDi", spoglia di qualità e vestita (spesso) da snobistico pragmatismo. "Controllo" non è una parola come tutte: ecco perchè Valente si danna per invitarci a tenerla sempre in mente, per non obliarsi nella rassegnazione più accomodante e, soprattutto, per rivendicare la libertà scippata dalla manipolazione di popolo. Grazie Claudio: denuncia riuscita. (Max Casali)