BUZZY LAO  "Universo/Riflesso"
   (2020 )

Scrittura sincera d'ispirazione internazionale, in contesti avvinghiati sempre nell'amore per il blues e contaminato da derivazioni contemporanee, questa è la progettualità che persegue il cantautore piemontese Buzzy Lao (Alberto Salerno) con il secondo album in studio "Universo/Riflesso": 8 pezzi dall'intenzionalità più riflessiva (rispetto al predecessore "Hula") per ritrovare la sintonia del proprio equilibrio introspettivo con quello esterno. Armato dell'inseparabile guitar Weissenborn (amata, tra l'altro, da John Butler e Ben Harper), l'itinerario dell'opera poggia su stilemi folk, blues e folate indie-dreamy, sulla scia dei Sigur Ros. Per aprire il disco, Buzzy fa rotolare "Sfere" su terreni estranianti, con la chitarra che dondola in placidi accordi visionari, mentre in "Ombra" riabbraccia l'intimità blues più introspettiva, confermando la linearità propositiva che si prefigge, per elargire fascinazioni uditive di orizzonti fluttuanti, come immersi nell'immensità del Gran Canyon, senza dimenticare anche la firma del Pan del Diavolo Alosi nella scrittura del brano. Ma i suoi stilemi non si fermano certo qui: infatti, per "Eri in me" stende una splendida ballad pop-blues con venature indie, col risultato di infondere immaginari sospensivi. Dopo la soft-lullaby "La fine del mare", ospita D'argen D'Amico per aumentare il peso specifico di "Haya", con partitura tribal-blues fine e assai stilosa: duetto ben riuscito, vibrati virtuosi e perfino un breve eloquio rap. Al prossimo giro, arriva una "Tempesta" emozionale: sarà la passionalità narrativa del Nostro, sarà la magia di una chitarra sognante; fatto sta che ti ritrovi la pelle d'oca che non era in preventivo e, se poi buttate un'occhio nell'oscuro bosco del video clip, l'impatto osanna la valenza sonora. Invece, nell'intento della titletrack c'è la summa ideativa di Buzzy Lao nel voler anelare uno spartito ibrido, che incastoni più eloquenze stilistiche , tenendo fermo però l'onnipresente cardine blues. La più lunga del reame "V.i.m." la riserva per i titoli di coda: circa sette minuti (alti)sonanti di eteree carezze immaginifiche, con mantrica ri-emersione in coda. A farla breve: il mondo di Alberto è indubbiamente un "Universo/Riflesso" in bipolare specchio qualitativo. (Max Casali)