SCHRECKEN & PETER KUTIN  "The trouble with being born"
   (2020 )

Personalmente, non amo le colonne sonore. Ti costringono ad associarle al film al quale sono legate, e non sempre ti va di guardarlo. E poi nell’economia del film magari quella musica di accompagnamento ci sta bene, mentre un ascolto slegato dalle immagini rischia di non dire nulla.

O magari no, e succede esattamente il contrario, come in questo caso. Parliamo del soundtrack (appena uscito per la Ventil Records) composto da David Schweighart (Schrecken) e Peter Kutin per la complessa opera della regista austriaca Sandra Wollner “The trouble with being born”, favola sci-fi senza lieto fine presentata al recente Berlinale Filmfestival.

Mi cospargo il capo di cenere per avere l’ardire di parlare di questo disco senza aver visto il film che dovrebbe sottolineare, descrivere, arricchire. Ho pensato di farlo, ma ho desistito perché era anche in lingua originale.

Allora ho finto che non ci fosse alcun film e che questo fosse soltanto un disco.

Un disco che mi ha mandato fuori di testa anche così: solo, nudo, sciolto, slegato da tutto.

Un disco a sé stante.

Un disco fatto di episodi diversissimi tra loro, alcuni antichi e preziosi come “The trouble with stumbling”, ballabile slow da anni ’50 con il delizioso contrappunto di tromba di Alexander Kranabetter e la soave voce di Alexandra Grandl, altri in linea con la trama della pellicola, quindi inclini ad una inquietante miscela di elettronica ed ambient: ad esempio i sette minuti dilatati e haunting di “The trouble with the void”, incombente atmosfera teutonica tra Village of Savoonga e Schneider TM, o la sinfonia minimalista per rumori di fondo di “The trouble with returns”.

Ma anche un disco capace di tessere piccole arie venate di country d’antan (“The trouble with harm”) come suggestioni retrò tra beguine e calypso (“The trouble with eternal love”, nell’interpretazione di Pippa Galli), fino alle divagazioni space/psych dell’asfissiante progressione strumentale à la Flying Saucer Attack di “The trouble with SRJVO”. In una spiazzante alternanza fra trame contemporanee e puntate anacronistiche in universi paralleli, il sipario cala sul crooning suadente di Alicia Edelweiss, che con voce rotta e spezzata sublima nei tre minuti di pura beatitudine di “The trouble with darkness” un lavoro il cui fascino rimane enorme ed intatto anche volendo prescindere dal contesto di riferimento.

Like any good soundtrack, the music will gain quality once you have seen the movie”, informa la cartella-stampa. Per me va già benissimo così, ma prometto di impegnarmi. (Manuel Maverna)