IAN WILLIAM CRAIG  "Red sun through smoke"
   (2020 )

I fatti che hanno determinato la composizione e la produzione di quest’album, appena uscito per 130701/FatCat Records, sono tutti legati da un filo sottile. Storie di vita della British Columbia canadese, nel corso di una serie di strani eventi, perdite personali e disastri ambientali. Nell’agosto del 2018 Craig aveva progettato la registrazione dell’album ma venne travolto, causa anche del riscaldamento globale, da una serie di gravi ed ampi incendi boschivi, che circondarono la città di Kelowna e resero non agibile il muoversi liberamente per le strade. Indirettamente e stranamente venne a crearsi l’ambiente ideale e Craig trasferì la sua attrezzatura di registrazione presso casa di suo nonno, al momento non presente poiché gravemente ammalato. E più tardi, in fase di registrazione, passò a miglior vita. Nello stesso periodo, Craig conobbe una persona speciale (o anima gemella) che gli rese però le cose oltremodo complicate, dovendo condividere la necessità di quest’ultima di spostarsi, per un lungo periodo, in un luogo a oltre 5000 miglia. Parigi. In ogni modo l’equipaggiamento per la registrazione era la voce, il pianoforte (piazzato al centro del soggiorno), un set radio a onde corte, diverse piastre di registrazione modificate ed un mucchio di loop a nastro. L’essere costretti dagli eventi a vivere temporaneamente in una piccola dimensione-casa, con la recente morte del nonno e con uno strano mondo circostante, alienante e pieno di fumo, costituì il presupposto mentale e materiale per l’album. Anche il titolo porta i segni di quell’esperienza, quando Craig scrutava il cielo e vedeva un sole “dull red on grey”. Vale a dire, un “sole rosso attraverso il fumo”. Ed è, questo, un album colmo di novità, sperimentazioni, elaborazioni sonore. Scomposizioni del suono. Frammentazione delle melodie e ricomposizioni in colori diversi. Composto da interessanti melodie e vocalizzi, da modifiche di nastri, loops, elaborazioni. Non è destinato ad ascolti veloci e distratti. E’ un impianto sonoro che ripercorre tutte le sensazioni e le impressioni dei giorni di prigionia individuale dell’artista. E le emblematiche produzioni sono talmente pregne di emozioni da fuoriuscire e trasmettersi all’ascoltatore, sotto forma di affascinanti vibrazioni. Gran parte del contenuto, composto da dodici tracce, è ben rappresentato da brani come “The smokefallen”. Un insieme di loop suonati al pianoforte, scomposti, frammisti; tutti insieme volti a creare una nuvola di suono. Forse la rappresentazione di una nube di fumo che invade le strade, che ottenebra la vista e non consente uno sguardo a largo raggio, ma dona la consapevolezza che qualcosa oltre la strada c’è sempre. “Weight” è un brano che ha cadenza e movimento riconducibile al mondo compositivo di Bon Iver. In questo contesto ben caratterizzato, come fosse creato, nel nostro immaginario, per far da sottofondo ad una visione della provincia canadese. “Condx QRN” è una delle tracce sperimentali, ricavata da sonorità elaborate in maniera poco digitale, se non artigianale, in ogni modo utile a creare un certo effetto di disordine. Ed è l’effetto del caos, quello del disagio di fronte a situazioni non gestibili. Poi c’è “Mountains astray” che è un ritorno alla realtà ed alla ragione. Una semplice partitura per pianoforte solo, con la particolarità dei toni del pianoforte che vanno man mano distorcendosi, nel suono, come un’immagine nitida che va gradatamente sbiadendo. “Supper” è una sorta di presa di coscienza, con un cantato particolare e non scontato ed un pianoforte che va accompagnando lievemente, nel silenzio di una stanza. E poi la finale “Stories”, epilogo del concept. Raccoglie in una dolcezza lieve per pianoforte, con voce e cori, tutte le imagini, le sensazioni, i vuoti d’animo ed il vissuto dei giorni particolari delle registrazioni. E’, questo, un album da consigliare a chi è interessato alla sperimentazione con sonorità scomposte, che sfuggono (ovviamente) alle regole del comune sentire delle major. Attraverso i ritmi degli eventi che ispirano l’artista, le sensazioni trasformate in suoni sono capaci di donare emozioni di non approssimativa denominazione. Attraverso i suoni è dunque possibile non solo sentire ma anche vedere. (Vito Pagliarulo)