GAETANO NICOSIA  "Senza storia"
   (2020 )

“Senza storia” è un’opera punk, che narra la storia di un immaginario batterista sordo. Idea partorita da Gaetano Nicosia, svolta in 9 canzoni energiche, dal sound sempre coinvolgente. Le schitarrate distorte sono ben suonate, e il basso a tratti pulsante e la batteria incalzante sono ben amalgamati. La titletrack apre il concept, con il suo disorientamento: “quello che è stato ed ogni errore ci ha colorato (…) è tutto finto come un film porno! Senza la storia siamo volatili (…) senza la storia non ci conviene, stan ritornando sciacalli e iene”. In “Help me” ci si focalizza sulla condizione del protagonista, e di cosa realmente lo mette in difficoltà: “Quel che mi fotte non è che non sento, ma è solamente la pietà della gente (…) l'importante è andare a tempo con tutto quello che senti dentro”. “Six million dollar drummer man” inizia con quella stessa tranquillità apparente della versione dei Nirvana di “The man who sold the world”. Ma poi anche questa esplode. A fine canzone "normale", il basso suona effettato e fa avviare un reggae, dove lui canta con voce compressa e con eco; poi il reggae si risolve in shuffle rock. Insomma, nonostante le sonorità siano abbastanza familiari, le strutture dei brani non sono del tutto prevedibili. E soprattutto l’intenzione, il mood è proprio intenso ed autentico. “Skazzo” accelera i battiti e sembra raccontare di un incidente: “L’asfalto è duro, se ci sbatti non c’è scampo (…) vai a fare in culo, dovevi rallentare!”. La voce di Gaetano sembra vagamente ricordare quella del leggendario Augusto Daolio, e la somiglianza si fa più pressante in “You’re wonderful”. Anche le parole prendono un po’ quel sentimento di forza morale dei Nomadi: “Sento pensieri intolleranti, nessuno escluso, siam tutti presi nel fare solo i nostri comodi. Piove ogni giorno su questa terra, in ogni goccia, potere e guerra”. La musica alterna un shuffle rock a un ritmo dritto ma sincopato. “Mama” è un rock moderato con inserti di string di tastiera, e un testo emozionale. La chitarra poi fa un assolo armonizzato. È davvero un brano di quelli che partono da uno scantinato e arrivano alle nuvole. Il punk poi torna carico nella ribelle “Io non mi sposto”: “Io non mi sposto, nel mio pensiero io ci sguazzo, se me lo negano resisto, e non mi importa proprio un cazzo (…) e se la vita è tutto un forse, bisogna prendere la polpa”. “Obsession” è un rock strumentale, dove si può prestare attenzione alle prodezze del basso. Ed infine “Tu non sei più” è un rock moderato con direzione psichedelica. Questo è un lavoro vario e gustoso, si lascia ascoltare dall’inizio alla fine. (Gilberto Ongaro)