AKB  "Marianergraven"
   (2020 )

AKB è il moniker di Ana-Karin Berglund, musicista svedese originaria di Gavle che ha debuttato nel 2016 con ''Söndagsbarn'' e che da pochissimo è tornata con “Marianergraven”, il suo nuovo lavoro sulla lunga distanza, uscito per Lamour Records. Ispirato dalla fascinazione per l’oceano, le sue profondità e i suoi segreti, “Marianergraven” prende il titolo dall’Arcipelago delle Marianne, nell’Oceano Pacifico, e a questo tipo di immaginario rimanda anche attraverso un artwork che rende l’idea di onde pastellate. I pezzi sono otto e quasi sempre si fermano intorno ai cinque minuti di durata, disegnando atmosfere ambient e movimenti lenti, leggermente sinuosi. A partire dalle limpide rarefazioni di “Kustanropoet”, “Marianergraven” segue uno spartito preciso e coerente, funzionale anche al concetto che Ana-Karin Berglund ha voluto traslare in musica. Dal morbido cullare di “Sedimentar”, ai bagliori mattutini di “Skymingzones”, fino alla moderata inquietudine di “Obagen” e allo scenario mellifluo di “Soluppgangen”, che ci riporta sulla terra, “Marianergraven” non concede variazioni sul tema o particolari sorprese, ma premia un discorso d’insieme che conosce, durante “Subduktion” e “Svallvagen”, i suoi epicentri emozionali. Il tassello mancante viene aggiunto con “Tropikerna”, lineare e stratificato, caratterizzato da un lento crescendo di colori vividi e suoni più acuti che in altre occasioni. Ana-Karin Berglund torna con un altro lavoro scorrevole e convincente, inserendosi autorevolmente fra le più interessanti novità nella scena ambient. (Piergiuseppe Lippolis)