KONSTRUKT & KEN VANDERMARK  "Kozmik bazaar"
   (2019 )

I Konstrukt incontrano Ken Vandermark, ed insieme creano una unità d’improvvisazione, che partendo da una comune intenzione free jazz, approdano in una landa fortemente psichedelica, approdata ora a questo disco appena uscito per la celebre Karl Records. La loro esplorazione inizia nel “Kozmik Bazaar”, partendo da “Diggin’ that harmolody”, che è la traccia più tipica delle sei dell’EP, rispetto ai canoni free jazz. Anche se già qui, contrabbasso e batteria fanno intuire una direzione diversa, che poi si rivelerà compiutamente con “Semazen”: contrabbasso cadenzato, batteria sottovoce, pad synth di fondo, e sassofonista flemmatico nell’inseguire un tema. Con “East of west, west of east” l’agitazione prende il sopravvento, incalzati da un ritmo ossessivo di guimbri (strumento somigliante al sintir africano), e dove fiati impazziscono nuovamente, sopra un clima ipnotico. “Ex-cess” apre la porta alle dissonanze e alla distorsione di chitarra lo-fi e ad urla violente dei fiati che dialogano (o litigano) fra loro. Il contrabbasso diventa protagonista indiscusso nella misteriosa “Bammm!”, tra inserti synth acidi. Una voce parla da lontano, mentre il clima tremolante resta sospeso e allucinato. Infine “Cocoon” è psichedelia totale, assenza di tempo battuto. Suoni distesi, che si aprono e chiudono, per sette minuti, senza riferimenti ritmici, solo una staticità oscura. Questo è il bazar cosmico, così come l’hanno definito i musicisti. E ci si perde volentieri nel caos e nell’entropia. (Gilberto Ongaro)