LA GOVERNANTE "Italian beauty"
(2019 )
La Governante è un combo di Augusta che da sette anni non fa altro che riordinare e ripulire i cassetti impolverati del post-rock, con un formulario ibrido di generi alquanto personale. Altro che crisi del 7° anno! Ad ogni giro di calendario è tangibile, in ogni nuova uscita, la consistente evoluzione del sound: sempre più contemporanei, sempre più duttilmente innovativi, sempre più originali ed inclassificabili. "Italian beauty" è pronto a disarmare senza diritto di obiezione, a cominciare da "Sopra la città": rimbalzi di synth fanno da prologo, sviluppando poi la sua identità in suggestivo electric-pop. "Le nostre attese ai semafori spenti" ha una struttura più scarna, tendente al dreamy, intriso di ricordi nostalgici in esecuzione lineare e costante. "Dove appenderai il tuo amore" è una efficace testimonianza di come assemblare del buon indie-rock con soluzioni pratiche, curando semplicemente l'ampiezza del suono in mood sospensivo. Invece, "La fretta inutile" ammicca a certe partiture dei The Giornalisti, però la band siciliana sa schivare il rischio di fornire liriche melense, puntando tanto su arrangiamenti di gran lunga più eleganti e meno paraculi. Con la preziosa presenza di The Niro, "La belle epoque" viaggia al piccolo trotto, con chitarre malinconiche in un chorus accorato e suggestivo. Tra vari "best" riscossi in lungo ed in largo riscossi per il debut-album "La Nouvelle Stupefiant" del 2015, siamo certi che "Italian beauty" lo surclasserà con un palmares di riconoscimenti ancor più ampio, in virtù di un lapalissiano neorealismo artistico-musicale in continuo mutare. Col dinamismo di "Gran Rico", s'impatta del synth-pop filo-tedesco con loops forsennati che intrigano il cervello. Gli "Alberi infiniti" sono quelli piantati con semenza dei Beach House, ma innaffiati con spruzzi di trillati iridescenti e sospensive cosmiche, mentre Il primo approccio a "The Dreamers" accende la mirror-ball per invitarci sul dancefloor con brividi stroboscopici: gran pezzo! Di tutt'altra pasta è "In un palmo di mano": prima scheletrica e poi synth-onizzata sulle onde euro-wave di O.M.D. ed A-HA , dimostrandosi scheggia deliziante da electro-estasi. La magnificenza della closing-track "L'amore muove il vento" è proiettata nelle braccia del firmamento: tanto è l'afflato emozionale che vibra nell'anima. Fascino e concretezza è prezioso binomio che mai si smarrisce nelle partiture de La Governante: una "bellezza italiana", appunto. Mai indietro nell'attualizzazione compositiva e sempre troppo avanti per essere
superati. (Max Casali)