SIMONE VALEO "Vai a Dubai"
(2019 )
Non è la prima volta che l'emiliano Simone Valeo ci sorprende per cambi di rotta stilistici. Era già successo con i primi tre albums, in cui il Nostro già mostrava una notevole duttilità, passando dal rock di "Nuoce gravemente alla salute", all'electronic-pop di "Pioggia di polvere". Invece, nel nuovo "Vai a Dubai" batte la strada dello swing con tessiture cantautorali. L'opener "Il cammino della vita" spiega un'indole malinconica con la fisa a pulsare sangue folk lungo la vena progettuale. In "Un amore ingombrante" e "Vai a Dubai" Simone swinga a pieni giri con garbo e gusto, senza opulenza dimostrativa e, magari, è proprio con questa prerogativa che Valeo colpisce l'orecchio. L'ironica "Il fascista mediatico" rimbalza godibilmente nello spartito in clima zum-pa-pa, per irridere opinionisti imrprovvisati in TV. Un morbido tocco di velluto serpeggia in "Uguali e diversi", in cui Valeo sembra captare segnali interpretativi provenienti da Lucio Dalla, abbinando dettagli personali. Con "Tango della libertà" ci fa stringere una rosa in bocca per indossare i panni del tanguero che accascia la partner sul braccio con grintosa eleganza. Invece, sussieghi ed inchini ruffiani vengono demonizzati in "Bacia le mani", con dinamismo ed assoli sopraffini di gran tecnica, e l'artista emiliano non si lascia sfuggire mai l'occasione per fustigare, con sarcasmo, certi stucchevoli rituali all'italiana, mentre "Il gatto con le ali" vola sulle partiture del miglior Caputo, al quale bastava un sabato italiano per donare evasione leggiadra, e Simone ha somatizzato al meglio le dritte influenzali di Sergio:
magari, non lo ha fatto apposta, ma sta di fatto che ha messo a segno una perlina cantautoral-swing. Spiritosa, irriverente, elastica è "La renna in canottiera", che
sfodera l'incarnazione di Buscaglione e Gaber con andazzo sinuoso e vivace: gran pezzo per chiudere in bellezza un lavoro che riporta indietro le lancette, quando la musica
immortale scorreva tra fumosi night-clubs e cafè chantant. Un disco che... Vale(o) e merita l'ascolto. (Max Casali)