PIETRO SABATINI & CO. "Past & present/Passato e presente"
(2019 )
Il cantautore Pietro Sabatini torna con un doppio cd, proseguendo la propria ricerca personale, sempre più lontana dalla direzione della sua band storica, i Whisky Trail, che dal 1975 ancor oggi porta in giro per l’Italia la musica celtica irlandese. “Past & Present – Passato e presente” mostra un amore spassionato per il vecchio blues e il folk rock, ricordando a tratti David Crosby, mantenendo un approccio d’autore. Il primo disco si intitola “Past” e raccoglie nove tracce eterogenee. Il primo episodio è costituito da due canzoni unite: “Gliding / The given note”, basate su testi del poeta Seamus Heaney. Il cambio di canzone si avverte con l’accelerare del secondo brano. Il dialogo tra gli arpeggi di chitarra acustica e l’elettrica solista sono meditativi e ipnotici, quasi come in quelle situazioni sospese degli America. Un inciso di hammond caratterizza invece “Waiting”, che poi armonizza con la chitarra in stile Allman Brothers Band. Si va sul country con la cavalcata della batteria di “Hold on”, mentre un sapore folkeggiante riaffiora segretamente in “A little dream”, dopo di che lo shuffle blues di “Buy & Sell” si dilata in maniera lisergica. Si torna in Italia momentaneamente con “Le colline del Cornia”, in un’atmosfera toccante, corroborata dalla viola che accompagna tenui arpeggi di chitarra acustica. Il brano si ispira alle Colline Metallifere, attraversate dal fiume Cornia in Toscana, e la visione di Sabatini è particolarmente incantata: “Non sai cos'è ciò che provi (…) dolore e gioia”. Ci tratteniamo ancora nella terra natia con “Dopo tanto tempo”, che suona proprio come un brano rock tricolore d’altri tempi: “E ci provi ancor a cambiare il mondo, non cambiando te”. Data la tessera ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d'Italia) esibita con orgoglio nel comunicato stampa, non poteva mancare la versione rock, in questo caso cadenzata, dell’intramontabile “Bella ciao”. Ma il primo disco è terminato da “My lonesome heart”, un festoso blues che potrebbe chiudere le puntate del Letterman Show. Col secondo disco “Present”, prevalgono di più i testi in italiano. “Verità” riflette sulla difficoltà di trovare, appunto, la verità nella vita, e “Bellezza” medita sul mondo e la natura rovinata, intessendo una melodia che mantiene il sapore dei Nomadi più recenti. Ed ecco che ritorna il blues col pezzo bilingue “Lina & Linda”. Qui, ma soprattutto in “Sleeping beauty”, si sente il gusto per i ritornelli corali à la Eagles. Lo shuffle, quel ritmo saltellante, si fa più schietto in “Diversity”, rievocando certi scenari southern rock. “Il tempo non si ferma mai” è una classica ballata in 6/8, condita da ricordi famigliari, ascoltabili da coppie che dondolano abbracciate. Un basso importante caratterizza “Dignità”, rincorso all’unisono dalle chitarre, prima che si parta a cantare ancora in coro, in maniera decisamente divertita e divertente. In parallelo alla penultima traccia “Bella ciao” del primo CD, alla stessa posizione nel secondo compare “Le belle partigiane”, dedica alle donne che resistettero al fascismo e “moltiplicarono le forze anche per te”. Se ne nominano alcune, ricordando che ora “La loro resistenza non è più nascosta”. Un po’ strano, ascoltare questa storia tutta tricolore (o perlomeno europea, nel solco dei vari antifascismi), sopra ad un sound tipicamente statunitense, quasi fosse un lento di Elvis. Il diario di un partigiano recitava all’incirca: “Metà Italia è inglese e l’altra è tedesca, e non c’è più un’Italia italiana”. E forse, inconsciamente, il brano riafferma questo innegabile collegamento tra americani e Resistenza italiana, uniti nel fronte comune contro il nazifascismo. L’ultimo pezzo unisce i due paralleli del doppio lavoro, come suggerisce il titolo: “Cavalieri (passato e presente)”. Qui il cantautore afferma di parlare di persone vere e non di favole: “Tutta questa gente di cui io sto cantando ora non è fantasia, ma realtà nel passato e nel presente”. E da qui, le tracce che al primo ascolto sembrano piuttosto confuse ed incoerenti, vengono connesse da un sottile filo rosso narrativo. Non è un lavoro immediato, nonostante la semplicità armonica e il linguaggio non sofisticato; ma necessita un ascolto attento, che poi dà soddisfazione. (Gilberto Ongaro)