PORTOBELLO  "Buona fortuna"
   (2019 )

Civitavecchia non è soltanto un porto di traghetti vacanzieri ma è anche la culla dei Portobello, band inizialmente formata da Damiano Morlupi e poi coesa in sestetto, per giungere all’album d’esordio “Buona fortuna”: un auspicio semplice ed esteso a chiunque voglia farsi contagiare dall’ottimismo delle nove tracce in agenda. L’opener “Cruciverba” scende liscio come un fresco aperitivo sotto l’ombrellone mentre si odono echi di telefilm anni ’70. L’efficace indie-pop di “Dietorelle” veleggia sui mari di The Giornalisti e Marta Sui Tubi e con impasto molto ben equilibrato e dannatamente ammiccante. “Sylvie” è una schietta love song che non banalizza i contenuti con frasi stereotipate ma cerca di distaccarsi da mielosi clichè con lirismo convincente ed intensa ritmica. “Un attimo e basta” è sufficiente per investire il brano come tra i migliori della lista, fregiato di finezze sonore che virano su aspetti sognanti, mentre, con largo uso d’elettronica, “Cerotti” tampona ferite d’amore con un forte impatto scritturale. Invece, “Il freddo di giugno” irradia calore a muso duro: tanta è l’energia empatica che trasmette il founder-singer Damiano, mentre “Amelie” si lascia ascoltare senza impegno ma con vigore concreto. Ludicamente gommosa, “Piano B” rimbalza in ogni neurone della leggiadria, mentre tra cicaleggi e rumori notturni parte la pop-ballad “Buonanotte”, che svela un apparato vellutato in un’apprezzabile vena poetica e garbato romanticismo. Quindi, è una sorpresa da non prendere sottogamba, quella ci riserba il combo laziale dalla freschezza scritturale, adulta ma non troppo, e che incentra nella verde speranza il nucleo tematico di “Buona fortuna”: un augurio che può sembrar dozzinale o anacronistico ed è invece tanto utile alla causa, in un’epoca cosi retriva all’ottimismo. (Max Casali)