ADDIO PROUST! "Resina"
(2019 )
I livornesi Addio Proust! stanno lavorando al loro secondo album, dopo l’esordio del 2016 di “Io non ho mai perso il controllo”. Lì hanno mostrato la loro proposta alternative rock condita da un classico spirito blues (basti ascoltare la melodia di “Macello”). Nell’attesa che il nuovo lavoro giunga al termine, la band decide di pubblicare un EP d’attesa, dove testare l’evoluzione del proprio sound: “Resina”, uscito per la Red Cat Records, come il primo LP. Si tratta di un inedito, per l’appunto “Resina”, e tre storici brani rivisitati in questa formula alt rock che ricorda la scena di Afterhours, Marlene Kuntz e Tre Allegri Ragazzi Morti. In “Anna”, di Lucio Battisti, i ragazzi hanno cambiato uno dei due accordi principali: da fa – la minore, diventa fa re (maggiore). Basta questo accordo e la canzone è completamente stravolta: dal dramma soul battistiano, diventa una sorta di graffio lo-fi à la Bugo. È un peccato che, sull’altare della semplicità, abbiano sacrificato il cambio “Ho dormito lì, fra i capelli suoi (ecc)”, sarebbe stato interessante vedere come avessero potuto trasformarla. Ma sul verso “Apri bene gli occhi sai perché tu ora la vedrai” si trasforma in un folle urlo con distorsioni suonate in un crescendo grunge molto efficace. L’influenza grunge si sente anche nell’avventurarsi in “Io sto bene” dei CCCP. Anche qui gli accordi sono modificati, con il basso che tesse una scala discendente, seguita poi dalla chitarra abrasiva e dalla batteria flemmatica, rendendo il classico del punk italiano un pezzo da tipica disperazione anni ‘90. Con “Il vino” di Piero Ciampi, invece, gli Addio Proust! sono stati più rispettosi della struttura armonica, ma è evasa la situazione melanconica dell’originale, poiché il bassista creativo non si limita a stare sulle toniche, e abbandona batteria e chitarra cimentandosi in parti più melodiche, rendendo l’interpretazione sospesa. Cantata così sembra uno dei pezzi più scuri dei Blur. Ma veniamo al loro singolo, la titletrack. “Resina” è un allegro e rapido shuffle, che calibra il sound pesante con una ritmica leggera e scanzonata. Più che un EP, questo sembra un vero e proprio teaser inciso. E allora aspettiamo che salga l’hype e che esca il lavoro completo, per capire se gli indizi lasciati nelle cover ci portano nella direzione corretta. (Gilberto Ongaro)