FABIO CAON "Metti un giorno che"
(2019 )
Metti un giorno che… la fortuità vi porti ad ascoltare il terzo cd del prof. Fabio Caon, magari un piccolo interrogativo può scattare: un docente che fa musica? E perché no? Vecchioni ne è l’esempio più illustre, certo! Però anche Fabio porta la sua esperienza didattica (multiculturale) nel pentagramma con lodevole impegno, re-indossando i panni del cantautore solerte ma non invettivo, curioso ma non spocchioso, ed i messaggi inclusi, nei nove brani dell’album, sono finalizzati a fermare attimi, pause, con la giusta calma che necessita la ponderazione approfondita. Desta sùbito un sorriso con l’allegra titletrack, cosi fluida e divertente, nella quale ci fa dimenticare, almeno per qualche minuto, un’Italia sgangherata e claudicante. “Matrioska” prosegue, in qualche modo, la linea precedente ma con più leggerezza espressiva, e col garbo di risultare parimenti godibile, mentre “Il tuo no” e la conclusiva “L’amore che non muore” mostrano l’altro volto di Caon: quello raccolto in descrizioni intimamente acustiche e carezzevoli. All’atto di proporre “Luna e Kerosene” e “Tu che sei me”, capisci che la sua è una fine vena cantautorale, che trasporta nei solari lidi di Bersani e Silvestri. Tra gli ingredienti scritturali, non poteva mancare l’ironia nella tagliente “Tatoo”, formulata con spassoso andazzo sixties filo geghegè. Ora, occhio! Perchè, con un pizzico di buona sorte, “Timbuctù” potrebbe rallegrare la vita nei villaggi turistici, in quanto ti si appiccica addosso come una sigla da acqua-gym. Per non parlare, poi, del serrato pop-funky di “Atarassia”, che travolge l’orecchio con impatto disco, stimolando l’accensione della mirror-ball. Ci sta, quindi che “Metti un giorno che” faccia ballare, ridere, scherzare, ironizzare, ma Fabio, attraverso questi aspetti, rivela un sensibile microcosmo, colmo di osservazioni sagaci e contrappunti rilevanti, mai presuntuosi e/o dotti ma ricorrendo all’umile semplicità riflessiva che, in quest’epoca egocentrica e vanitosa, non guasta mai. (Max Casali)