ERIK GRISWOLD  "Yokohama flowers"
   (2019 )

''Yokohama Flowers'', appena uscito per Room40 Records, è il nuovo lavoro per piano preparato di Erik Griswold, ispirato dalle opere della filmmaker sperimentale australiana Louise Curham. I due artisti hanno collaborato in passato con performances e installazioni, e Griswold ha attinto molto dallo stile e dalle idee della Curham.

Il piano qui nasce e rinasce attraverso decine di trasformazioni e mutazioni. Si passa dagli accenni dolci e pacati di “Alone Time”, apertura raffinata e sognante, alle montagne russe di “Shinkansen”, la cui serenità è accompagnata da continui, possibili squarci nella tensione. Un altro chiodo fisso di Griswold consiste nella ricerca dell’in(de)finito, effettuata in pezzi come “Falling Water”, conturbante, “Color Wheel”, “Day Dream”, splendidi nella loro (quasi) sensualità, la title track “Yokohama Flowers”, uno dei brani di più ampio respiro del disco, e nella conclusiva “When We Were Strangers”, un altro tuffo nella sperimentalità più estrema e intellettuale. A colpire sono anche “Distraction”, che recupera filoni e temi musicali fondamentali del Novecento musicale, dal Cage del piano preparato a Charlemagne Palestine, “Chronophobia”, inquietante, ipnotica e spaventosa, “Ball-Peen Hammer”, parentesi che pare leggermente più gioiosa, e l’intrigante “Descend Deeper”, autoreferenziale, meditativa, spirituale, passando per “Domestic Bliss”, un tripudio di note e paure ancestrali, che si incrociano e seducono a vicenda. Tutto questo viene suonato dal piano preparato di Griswold, un pianoforte storico, che “vive” con lui e di lui nei suoi 131 anni di storia.

Il perfetto compendio per un album come questo va trovato proprio nei film della Curham, sperimentali, coraggiosi e pieni di spunti di riflessione, proprio come il suo ''Yokohama Flowers''. La conclusione spetta a “Circles”, lamento di dolore e di rinascita, e la già citata “When We Were Strangers”, complicata ma viscerale al tempo stesso, che confeziona allo spettatore un arrivederci sentito, impegnativo ed estremamente emozionante. (Samuele Conficoni)