BROKEN EGO  "Avenue to wonderland"
   (2018 )

“Avenue to Wonderland”, il nuovo album degli austriaci Broken Ego, uscito per la Echozone, segna un netto cambio di direzione della band. Non tanto nel sound, ma nell’umore generale, nel mood. Ascoltando pezzi degli esordi come “God’s Work” e “Body of her”, trovavamo chitarre elettriche distorte affiancate da preponderanti synth, come ora. Ma le armonie andavano nel dark, e la voce era inquieta e rabbiosa, come quella di Trent Reznor. Il paragone con i Nine Inch Nails era molto stringente. In questo percorso invece, lo stesso sound è diretto in un retrowave colmo di energia positiva. A parte “Retrocalypse”, passaggio di 59 secondi con andamento solenne di tamburi da soundtrack e trombe di tastiera, gli altri undici brani sono tutti costruiti attorno a melodie catchy e arrangiamenti che mirano esplicitamente ad essere radiofonici. Basta ascoltare i singoli “Get away” e “Getting higher” e guardarne il video, per capire le intenzioni synth pop. Anche il look, con occhiali fluorescenti a righe, rimanda a quello scenario luccicante di qualche decennio fa. L’estetica elettronica si fa totalizzante, anche nei desideri d’amore, come in “Electric girl”: “My dreams are digital”. Curioso l’intro zuccheroso di “Rescue me”, prima di ripartire con il rock elettronico. Il resto è il risultato della ricerca di definizione di sonorità, che spingono le coordinate verso gli anni ’90. “Get back to the origin we’ve been coming from”, si canta in “Do it again”. Ed è proprio questa pulsione verso le proprie radici a caratterizzare arrangiamenti, strutture, e sancire l’immersione nell’onda vintage di questi anni. (Gilberto Ongaro)