MUNICIPALE BALCANICA  "Night ride"
   (2018 )

Già il nome fa intuire la direzione di questa band: la Municipale Balcanica, dalla Puglia, porta con sé il sound reso celebre da Goran Bregoviç, con ruolo centrale dei fiati (cosa che, tra l’altro, accomuna la musica balcanica con certe tendenze tipiche del Sud Italia), ma mescolato con influenze meno prevedibili che nello ska. Infatti, la cosa che suona insolita è l’utilizzo maggioritario della lingua inglese, nei primi pezzi dell’album “Night ride”. Da anni, questo stile ci siamo abituati ad ascoltarlo in italiano, nelle varie formazioni da Primo Maggio o da Taranta Night. Il che però dà all’operazione un respiro più internazionale, volendo accennare anche ad un certo tipo di Internazionale, che unificava idealmente i lavoratori in quanto classe sociale, superando i confini nazionali. Le coordinate geografiche sono inequivocabili con il pezzo “Transylvania party hard”, con il levare di batteria che accompagna riff avvolgenti e un graffiante assolo di tromba. “Constellation” è il pezzo più radiofonico, con ritornello orecchiabile e quel concetto accennato prima, di voler superare le barriere di un finto patriottismo, per riconoscersi in una costellazione, come stelle distanti ma affini. Una chitarra classica introduce la gitana “Kiss slow, kill hard”, arricchita da percussioni e un andamento armonico da sfida andalusa. La distorsione rock si accende nello strumentale avvincente “Rusty”, rincorsa nel riff dai fiati. La tromba ci fa percepire questa aridità nella solitudine di “Martin got lost”, altro strumentale ad alta tensione. La voce ritorna in spagnolo in “Polvo y sueños”, dove il testo sagace, con un gioco di parole unisce due istanze importanti, quella di liberarsi dalla mafia da un lato, e dalla mentalità dello sfruttamento dall’altro: “¡¡No necesitamos padrinos, no necesitamos padrones!!”. La lingua italiana arriva con la delicata “Ogni stella”, brano che prosegue con l’evocazione di armonie zingare e descrive la notte come protettrice: “Ogni stella ci veglierà, la notte avrà cura di noi”. E infine il sapore di sabbia ardente viene esplicato con “Deserto non deserto”, dove le improvvisazioni dei fiati sono sorrette da una base dance elettronica. Nell’album poi sono presenti nuovamente “Constellation”, “Transylvania party hard”, “Kiss slow, kill fast” e “Ogni stella” in versioni leggermente abbreviate, definite “Radio edit”. Varietà di giochi, in uno stile pressoché uniforme ed uniformante. Come in risposta alla municipale contro cui si scagliavano i Meganoidi in maniera goliardica, a difesa e ristoro dei più deboli, abbiamo ora la Municipale Balcanica. (Gilberto Ongaro)