KETAN BHATTI & ENSEMBLE ADAPTER  "Nodding terms"
   (2018 )

Ketan Bhatti è un compositore nato a New Delhi e cresciuto in Germania, e le sue composizioni espongono un innato senso del ritmo. "Nodding terms", l'album che ci accingiamo ad analizzare (appena uscito per Col Legno Records), è una raccolta di brani atonali, che però suonano ben diversi, rispetto alle tendenze di primo Novecento. Questo perché non ci si focalizza più sull'effetto straniante delle dissonanze, che pure ci sono, ma sullo spostamento di accenti e sulle poliritmie. Si raggiungono così nuove costruzioni di groove, termine spesso disconosciuto in ambito accademico, anche nella musica contemporanea eurocolta. La formazione degli Ensemble Adapter che accompagna Bhatti è insolita: percussioni (in primo piano), batteria, pianoforte, liuto, violoncello, arpa e due clarinetti bassi. Qua e là ci sono piccoli contributi elettronici, ma in questo versante ciò che spicca è l'imitazione degli espedienti synth raggiunta con gli strumenti naturali, come in "Modul 5", dove sembra di ascoltare un arpeggiatore che non c'è. Spesso e volentieri vengono reiterati pattern melodici, dallo xilofono ("Modul 5" e "Funkstoff") o dal pianoforte ("Kords"). Anche l'utilizzo degli armonici degli strumenti è creativo: in "Umziehaktion" rimandano alcuni esperimenti di Brian Eno, mentre fischi di armonici sono il condimento attorno ad un contrappunto tra violoncello e clarinetto basso in "Insel Von Tounsibuurg", dove comunque spicca la parte percussionistica. In "Laughter leading" si esplorano le poliritmie, dapprima fra liuto e violoncello, in seguito fra pianoforte e xilofono, con controtempi di vibrafono. Il tutto risulta assai intrigante. "Hast hussle" è un 7/16 (o 7/8, però il battito è rapidissimo) ad alta tensione. "Modul 4" introdotta con una caduta di note di pianoforte stile gotico, rincorre gli stilemi dell'horror, tra minacciose note gravi di clarinetto, pizzicati di liuto e ruggiti in staccato di violoncello. Tre brani vengono presentati anche in duplice versione, la seconda è un remix della prima ("Ferntendenz", "Umziehaktion" e appunto "Modul 4" in chiusura); ma anche i remix risultano non prevedibili, e aggiungono pepe a composizioni già gustose - diciamo al curry! (Gilberto Ongaro)