GERARDO POZZI "Sono una brava persona"
(2018 )
Per chi come me è cresciuto a “pane e cantautori”, ascoltare il nuovo disco di Gerardo Pozzi, “Sono una brava persona”, è stato come fare un viaggio dentro la mia vita, dentro i miei ricordi, e quando una canzone o un disco riesce nell’ardua impresa di entrarti dentro, e di farti rivivere con dolce malinconia i tempi andati, ed allo stesso tempo di aprire uno squarcio sul tuo presente, allora vuol dire che stai ascoltando qualcosa di sincero, suonato con l’anima e il cuore, qualcosa che vale la pena definire un “gran bel disco”.
Anche questo terzo lavoro discografico di Gerardo è un lavoro totalmente immerso in quel fluido di emozioni, che sgorga dalla sorgente che ha dato vita e linfa al miglior cantautorato italiano, un ensemble di ironia e verità in grado di descrivere, con delicatezza e speranza, il proprio essere e la realtà non sempre felice in cui viviamo.
Durante l’attento ascolto del nuovo progetto musicale dell’artista bergamasco, mi sono venuti in mente i dischi del primo De Gregori, la sottile ed educata ironia di Paolo Conte, e ho rivissuto i visionari testi del giovane Capossela, e scegliere la mia canzone preferita è stata un’impresa ardua, poiché ogni brano è un piccolo capolavoro; ma, messo alle strette, forse una menzione speciale la merita "Stabat mater", dove una minimale cornice musicale, fatta di pathos e sassofono tenore, esalta una commovente preghiera laica di Natalino Balasso.
“Sono una brava persona“ è un lieve susseguirsi di pensieri, concetti, metafore racchiuse nelle 15 liriche che compongono il progetto musicale, un disco da ascoltare e riascoltare per ore, per capire la molteplicità dei significati che si celano dietro ogni strofa ed ogni singola emozione.
E quando si parla di emozioni e stati d’animo non si può che pensare alla musica, che spesso accompagna i nostri giornalieri momenti di riflessioni o di serenità, e sicuramente rovistando in “Sono una brava persona” si troverà qualcosa in grado di assecondare, e soddisfare, quel bisogno primordiale, almeno per quanto mi riguarda, di accostare sentimenti, melodie e parole alle mie lunghissime giornate.
“Sono una brava persona” è infatti un disco che spazia tra mille atmosfere, da quelle nonsense di “Se le nevi”, “Pirata dei Caraibi” o “Augh”, caratterizzate da testi poetici dal paradossale umorismo, a quelle struggenti, impreziosite da assoli di pianoforte e voce, come in “Quando canto” o “Esperanto”, per finire alle atmosfere sognanti di “La vita mi fa un po’ male“, “Faccio il bravo” o “Quando è notte”, brani dove la delicatezza della fisarmonica e l’eleganza del violino dipingono paesaggi onirici che, in “Quando è notte”, fanno da sfondo ad una delle frasi più belle che il cantautore ci dona: “Il senso della vita è come acqua che scorre… la LIBERTA’“. E sicuramente il modo migliore per ascoltare questo disco è quello di liberarsi da ogni pensiero e di lasciarsi prendere per mano dalla voce di Gerardo e dagli straordinari musicisti che lo accompagnano, che meriterebbero una recensione a parte per la bravura e la delicatezza degli arrangiamenti, che con la loro semplicità e malinconia spargono su ogni canzone la sottile e magica “polvere” della musica folk. E a proposito di musica folk, Bob Dylan diceva che "la musica tradizionale è fatta di spine, di creature notturne, di sangue e di cose misteriose”, e di questo pensiero è totalmente intriso il nuovo lavoro di Gerardo Pozzi, che dal momento in cui ne ho ascoltato la prima nota, non è stato più un “cantautore misterioso” in cui avrei potrei imbattermi tra gli scaffali di un negozio di dischi; e la mia speranza è che, dopo questa recensione, non lo sia nemmeno per voi, perché esistono pochi artisti in grado di cogliere un attimo, un’emozione, un pensiero e, come in un ricordo o in una vecchia fotografia sbiadita, di fissarlo per sempre, e Gerardo Pozzi è uno di questi. (Peppe Saverino)