BONAVERI "Reloaded"
(2018 )
Al giorno d’oggi, il “mestiere” del cantautore è duro e complicato, sia perché ci si insinua in un territorio aspro ed impervio, già percorso da vecchie leggende a cui inevitabilmente si viene spesso paragonati, e sia perché in un mondo attuale in cui, purtroppo, anche la musica è un bene “usa e getta”, a parlare con lirismo e poesia delle proprie emozioni si rischia solitamente di rimanere inascoltati.
Ma a Germano Bonaveri, classe 1968, tutto ciò non fa paura: ha sfidato le vecchie leggende, e soprattutto la superficialità della nostra società, così si è fermato e, ripercorrendo a ritroso i suoi precedenti progetti musicali, ci ha voluto raccontare “a modo suo” il fantastico mestiere del cantautore.
Si intitola “Reloaded” l’ultima fatica dell’artista bolognese, che con i suoi 18 brani, di cui uno inedito (“Le Piccole Vite”), ci invita a compiere un viaggio musicale e viscerale nei sui 14 anni di carriera artistica.
Ma sia chiaro fin da subito che “Reloaded” non è una semplice raccolta di vecchi successi, o uno di quei “Best of...” in cui spesso gli artisti si rifugiano quando non hanno più nulla da dire: “Reloaded” è un progetto a suo modo rivoluzionario in cui Bonaveri dona alle sue vecchie canzoni nuova luce, nuova musicalità e, soprattutto, sottolinea con maggiore enfasi storie e tematiche cantante tanti anni fa, ma che, purtroppo, sono ancora oggi “maledettamente” attuali .
Ascoltando con la doverosa passione il disco, si percepisce come Germano Bonaveri sia un cantastorie di altri tempi, che mette a disposizione la propria poesia e la propria voce per raccontare storie di uomini senza speranza, indifesi, che vivono ai margini della società; nei suoi testi ne celebra le fatiche, le delusioni, il duro lavoro o, semplicemente, ne celebra l’apparente follia, ma allo stesso tempo è in grado di donare la speranza e la forza di reagire.
La bellezza di questo disco è che, narrando di storie semplici e quotidiane, Germano riesce a trasmettere la sua visione del mondo e della società, e allo stesso tempo riesce, con estrema delicatezza e malinconia, a raccontare anche delle storie più intime, quelle che hanno segnato la sua vita e che commuovono nel sentirle cantare con struggente passione.
A questo punto, dopo l’ascolto critico ed introspettivo del disco, il lavoro del “recensore” si dovrebbe concludere con l'analisi dei brani, ma il mio ascolto è stato “segnato” da una lunga emozione e da un costante invito alla riflessione, iniziato con “Magnifico”, per poi raggiungere il massimo della commozione con “Lettera al Figlio”, e che termina con l’ultimo brano “Delle Diversità”: per cui mi sembra riduttivo e irrispettoso parlare di una canzone rispetto ad un’altra, perché quando ci si trova davanti a lavori di così immensa “profondità”, “personalità” e “comunicatività”, non si può far altro che rimanere semplici ascoltatori.
E, da semplice ascoltatore, ho apprezzato l’estrema cura ed eleganza dei testi che ben si fondono alla voce calda, piacevole, educata e raffinata di Germano Bonaveri; ma “Reloaded” non è solo parole, è anche “Musica” grazie ad un arrangiamento essenziale ma di altissimo livello, che ben supporta l'inconfondibile stile musicale di questo poeta contemporaneo, e che con originali e fugaci incursioni rock ed inedite sonorità strumentali, riesce ad influenzare emotivamente l’ascoltatore.
Un album bello, intimo, intenso, da ascoltare e riascoltare, un album fatto di parole, emozioni e musica, che permette di far conoscere un artista di livello altissimo che, alla stessa stregua delle “vecchie leggende” cantautoriali, attraverso la sua voce riesce a creare e diffondere cultura ed ideali, e che proprio come le “vecchie leggende” usa la musica per comunicare pensieri, principi, poesia e soprattutto bellezza.
E a tal proposito mi piacerebbe concludere con un pensiero tratto dall’ultimo brano del disco: “Cavalcate la vita senza mai prevaricare, ma pronti a combattere per difendere gli inermi, capaci di scegliere di restare tra gli ultimi”. Grazie Germano. (Peppe Saverino)