MONOFONIC ORCHESTRA  "Post_human folk music"
   (2018 )

Per i musicofili più incalliti e tutti gli addetti ai lavori, Maurizio Marsico è, ormai da tempo, uno dei nomi più caldi sulla scena nostrana. L’artista milanese, nel corso della sua lunga carriera, ha declinato la musica elettronica in forme sempre diverse e imprevedibili, spesso presentandosi al pubblico con moniker particolari. La sua produzione è vastissima e non è facile reperirla né tantomeno conoscerla nella sua interezza, ma il suo ultimissimo lavoro, “Post_Human Folk Music”, è un altro titolo da sottolineare all’interno di una discografia ricca di episodi brillanti. Il disco è firmato Monofonic Orchestra e raccoglie tre brani: il colossale “Sticky Metal Tiles” (oltre tre quarti d’ora di durata) e due omaggi al minimalista Terry Riley. L’opener si evolve, partendo da un nucleo di voci robotiche e ritmi ipnotici, e richiudendosi in lande desolate e scenari post-apocalittici, fra beatbox e synth. Nel mezzo si stagliano e scompaiono clarinetti e cinguettii di uccelli, incursioni post-punk, allucinazioni psichedeliche, accelerazioni funk, techno e scenari cinematografici, ma anche vaghe suggestioni new wave, timide note jazz, manipolazioni di un serrato dialogo uomo-macchina trasposto in musica. “Sticky Metal Tiles” è un lungo viaggio e, in quanto tale, rifugge da un approccio troppo schematico, spesso giustapponendo generi e influenze senza passaggi intermedi, in contrasto anche coi due momenti successivi (“An Eyebrow In Cursed Fair” e “Another Eyebrow In Cursed Fair”), più brevi e più sobri. Maurizio Marsico, aka Monofonic Orchestra, ha confezionato un altro prodotto di enorme spessore e la speranza è che possa avere tutta la risonanza che meriterebbe realmente. (Piergiuseppe Lippolis)