LE SIGARETTE  "La musica non serve a niente"
   (2018 )

Se dovessi descrivere con un azzardo il duo romano LeSigarette – al secolo Jacopo Dell’Abate, chitarra e voce, e Lorenzo Lemme, batteria e voce – direi che il loro modo indefinibile e ben poco ortodosso di interpretare il power duo è qualcosa che sta fra Elio E Le Storie Tese ed i vonneumann. Fino da “2+2=8”, debutto del 2015 figlio del crowdfunding, la direzione è stata quella di un linguaggio diretto e sarcastico, efficace nel destreggiarsi con brillantezza tra divertissement e humour sardonico, ineludibilmente enfatizzando il versante ironico delle cose. Prodotto da ‘N Etichetta (diretta emanazione del liveclub capitolino ‘Na Cosetta) e frutto di una lunghissima gestazione che ha visto Jacopo e Lorenzo lavorare prima sulle parti strumentali, indi sull’innesto dei testi, “La Musica Non Serve A Niente” propone otto concise tracce sparate via senza troppi fronzoli, leggère ma pungenti quanto basta per imbastire un disco gradevole e digeribile. Una sfrontata goliardia autoindulgente ne tratteggia i contenuti, in un incessante gigioneggiare che inizia con l’opener “Muoversi”, frenetica ed incalzante sulla scia del più accessibile Manuel Bongiorni, e scalpita fino alla magistrale chiusa di “Vaffanculo”, tre minuti di dissimulata ira funesta che deflagrano in uno sguaiato urlo liberatorio. Sovvertendo l’imperante tendenza - in uso nelle line-up a due - all’indole pestona e rumorosa, la chitarra di Jacopo diviene invece mirabile esempio di raffinata intellig(h)enz(i)a: ricama e sfregia linee di parentela jazz – ad esempio nella title-track - appoggiandosi a sonorità e contenuti che si fanno di volta in volta più aggressivi o riflessivi, indulgendo al funky incattivito di “Siluro” così come alla narrazione tesa di “Capovolto” o alla lievità di una “Bicicletta” che richiama la strana coppia Maggioli/Ramberti. Album disimpegnato e graffiante, sintesi apprezzabile di un’arte insolita che muta la facezia in cifra stilistica, non rinunciando a conservare intatto lo spirito irriverente che lo contraddistingue. (Manuel Maverna)