VAT VAT VAT  "Vie"
   (2018 )

Riserva vari spunti di sicuro interesse “Vie”, album che segna il debutto importante del già noto trio avellinese Vat Vat Vat, nato nel 2014 ed oggi alla prova del nove dopo le quattro tracce di “Reazioni”, ep di esordio che nel 2016 valse loro una buona esposizione grazie anche all’intensa attività live seguita alla realizzazione. Prodotto da Silvio “Hope” Speranza, registrato e mixato presso L’Arte Dei Rumori Studio di Napoli, pubblicato dalla ligure La Clinica Dischi e dalla bolognese Manita Dischi, “Vie” sciorina un pop misurato non privo di eleganza e di aperture armoniche allettanti: suggestiva nella sua allure anni ’60 “(Bianche) Orchidee”, opener che si libra su un chorus ampio ed efficace, forse l’episodio meglio calibrato e riuscito della raccolta con la sua sensibilità d’antan ed un immaginario color seppia a fare da sfondo. Sospesi su un filo sottile fra aggraziata morbidezza, psichedelia lieve (“Comunicare”, con delizioso ricamo pianistico) ed un certo scoperto gusto per sonorità ed impasti vagamente retrò, gli otto brani brillano per la capacità di costruire melodie secondarie ad effetto (“Solitaria”) sviluppando trame inattese. Mancano forse momenti forti che proiettino il trio verso una riconoscibilità che ancora sembra in fieri, ma la scrittura è valida, così come l’abilità nell’intessere intrecci adattabili di volta in volta sia alle sacche di composta elettronica su cui talora indugiano (“Velleità”), sia al funky leggero fra Riccardo Sinigallia e i Violacida (“Quello Che vuoi”), sia alle riuscite incursioni nella rielaborazione del suono eighties (“Deja-vu”). Apprezzabile declinazione del tentativo - ben evidente nell’attuale cantautorato italiano - di conciliare istanze colte e musica popolare, “Vie” riafferma lo spessore di una band che trova nella dimensione live una delle sue migliori espressioni. I Vat Vat Vat sono Giovanni D’Agostino (voce, chitarra elettrica, testi), Giuseppe Solito (piano e synth) e Andrea Solito (batteria e drum pad), con la partecipazione di Dario Mancuso (chitarre acustiche). (Manuel Maverna)