THE GENTLEMAN LOSERS "Permanently midnight "
(2018 )
I finlandesi The Gentleman Losers, nati nel 2004 e con due ottimi album all’attivo, spuntati nuovamente fuori dopo diversi anni vissuti da desaparecidos, ritornano con “Permanently Midnight”, un disco ispirato, emozionante e pieno di grandi invenzioni, ritenuto da loro stessi la loro opera più significativa.
Dall’aspetto synth-pop, delicato e ambizioso, pieno di elementi post-rock e accenni Americana, “Permanently Midnight” è prima di tutto una raccolta di grandi canzoni. Alcune di ampio respiro, ritmate e cantabili, altre più oscure, misteriose, ma tutte unite dalla grande abilità dei fratelli Samu e Ville Kuuka a confezionare gemme brillanti e intriganti. L’album parte con l’ottima “There Will Come Soft Rain”, rilassante e splendente, che si avvicina addirittura a certi esperimenti del primo Brian Eno, là dove una certa declinazione di rock sperimentale si incrocia con un sound che è a metà tra elettronica e ambient. La reciproca influenza tra rock ed elettronica si manifesta anche nella seguente “Night Falls in Nowhere Land”, che indugia a partire e risulta fortemente misteriosa e straniante; su questa falsariga è anche la calda “Wintergreen”, che al synth-pop aggiunge diversi stilemi del rock. “Swimming After Dark” e “The Good Bird Singing in the Twilight Tree” risultano invece più taglienti, affilate, capaci di far ballare e sognare al tempo stesso, benché gli stati d’animo che attraversano siano tra loro abbastanza distanti.
La seconda parte dell’album risulta coerente con la prima e sviluppa alcune tematiche interessanti: la commistione di art rock ed elettronica pura in “As I Came Through the Desert Thus It Was”, che si configura quasi come un pezzo ambient; il beat ossessivo e onirico di “Occultation of Hesperus”, sviluppato ulteriormente nella bass-oriented “Rising Tide”, l’episodio più allegro e melodico del disco; “Holding Back the Night” parte in sordina ed esplode poi nel suo panorama da aurora boreale, prima che il disco si spenga con la title track “Permanently Midnight”, il vero capolavoro dell’album, un affresco erotico e dolcissimo dove i sintetizzatori cullano una sorta di proto-voce che proviene da un altro pianeta, in un pezzo che potrebbe assomigliare ai Mercury Rev o a certi ultimi esperimenti degli Psychic TV. I Gentleman Losers ritornano e non deludono: confermano, anzi, di essere una band dall’ispirazione e dalle doti tecniche notevoli.
(Samuele Conficoni)