ANGELE DAVID-GUILLOU "En mouvement"
(2017 )
Meravigliosa artista francese originaria di Tours, Angéle David-Guillou ha attraversato in punta di piedi gli ultimi vent’anni di una carriera sì defilata, ma indelebilmente segnata da un aggraziato garbo e da una espressività peculiare, toccante, unica, veicolo di una musica che col trascorrere del tempo è divenuta sempre più rarefatta ed essenziale, quasi ambisse alla sfuggente purezza lungamente sfiorata ed infine trovata.
Crepuscolare, dolente, intriso di una languida melanconia e di una valenza quasi cinematografica, “En Mouvement” (appena uscito per Village Green Recording) rappresenta forse il culmine del graduale percorso di ascesi iniziato con il progetto Klima nel 2001 e proseguito con l’ensemble Piano Magic di Glen Johnson: deposta ogni traccia di possibile derivatività, Angéle rinuncia al suo pur delizioso canto (una Liz Green più docile) pennellando nove tracce strumentali parenti strette di una accattivante musica da camera, una sorta di classica contemporanea godibile e suggestiva, soundtrack per immagini in costruzione.
Racchiuso in uno scrigno di esoterica bellezza , “En Mouvement” si destreggia agile fra il passo incalzante di “V for Visconti” e l’epicità corale di una “Desert Stilts” dominata dagli archi; diviene teso ed incombente nell’inquieta aria pianistica di “Exocet”, cede a vocalizzi sfuggenti – quasi methenyani – nella dilatazione della conclusiva “Too Much Violence”. Nel mezzo, altri archi e fiati a dipingere nell’allegretto orientaleggiante di “Vraisemblance” scenari che richiamano divagazioni etniche à la Loreena McKennitt; ma anche gli arabeschi vibranti e le suadenti contorsioni di “Iznik Flowers”, con clarinetto e sax a creare multiple linee melodiche all’interno di una cornice ammaliante; o l’ingorgo ipnotico di “Pas De Loup”, violini e violoncello, cambi di tempo, armonie cangianti in incalzante crescendo. Scherzi imbevuti di un fascino cortese steso come velluto su tessiture morbide ed evocative, figure che si rincorrono in un piccolo mondo a parte senza tempo né età. (Manuel Maverna)