GREG FOX  "The gradual progression"
   (2017 )

Greg Fox è un batterista statunitense virtuoso e creativo, amante delle rullate e della velocità e devoto allo stile del leggendario Buddy Rich. Oltre al kit di batteria tradizionale, egli utilizza anche i pad modulari - per chi non è del settore, sono quei dischi neri, a volte a forma esagonale - coi quali può eseguire praticamente qualsiasi suono venga campionato, basta programmarlo. Ovviamente ci vuole una terza mano per poter modificare i suoni di questi pad, durante una sessione live. E per questo (e molto altro), nella realizzazione dell'album "The Gradual Progression" (appena uscito per RVNG Intl. Records) Greg Fox si è avvalso di un'eccellente collaborazione: quella di Milford Graves, che negli anni '70 col suo quartetto intratteneva con performance uniche, e che successivamente ha accompagnato mostri sacri del avant-guarde jazz come John Zorn. Non possiamo aspettarci altro che tanta fantasia anche in quest'aspetto synth. E così i brani sono un susseguirsi di assoli di batteria, con l'aggiunta di loop melodici e armonici creati appunto coi pad, che trascendono il jazz e l'elettronica in una situazione che si può descrivere come un nucleo di protoni e neutroni, fatto dal corpo della batteria, e di elettroni che girano vorticosamente intorno all'atomo come schegge impazzite, che sono i suoni synth che variano da brano a brano. In diversi brani si affianca anche l'improvvisazione della sassofonista Maria Kim Grand. Quando il brano "Catching an L" decolla, come protagonista c'è un suono di basso acido e nasale, che rende l'intenzione lisergica del progetto. "My house of equalizing processors" è l'improvvisazione più noise, con uso massiccio di piatti crash, e grancassa che si fa mitragliatrice. "OPB" presenta suoni eterei e vagamente minacciosi, simili a quelli di una vecchia sigla del TG3 (firmata da Brian Eno), e qui Fox si concede un giro di batteria "normale", rock con cassa e rullante sui battiti. Infine il gioco termina in "Preponderance of the small", dove tra i vari suoni campionati compaiono anche versi di animali della giungla, e strisciate di coltelli. "The Gradual Progression" è un lavoro in cui musicalmente si gioca parecchio, col quale l'ascoltatore si immerge in una realtà adimensionale e, se predisposto, viene toccato nella sfera spirituale. (Gilberto Ongaro)